Ovada. Interessante iniziativa proposta in Enoteca Regionale, nell’ambito del provinciale “Festival delle conoscenze”, che riguarda anche Novi e Tortona.
Ad Ovada, c’è stata una dimostrazione pratica di come possa cambiare a breve il modo di lavorare nel vigneto.
“Verso la potatura robotizzata della vite. L’esperienza del progetto Vinum” era denominato l’incontro del 27 marzo, con due figure di rilievo: Claudio Serini, ricetcatore senior del Politecnico diTorino e dell’Istituto italiano di tecnologia e Matteo Gatti, docente all’Università del Sacro Cuore di Milano.
L’agricoltore può essere sostituito davvero da un robot, nella conduzione della vigna? Pare di sì: un robot che avanza in mezzo ai filari e che esegue i normali lavori di potatura e di rilegatura dei tralci della vite ed anche in grado di vendemmiare l’uva. Operazioni altrimenti manuali…
“Il robot naturalmente non si stanca e continua a lavorare” – il fatto evidente emerso più volte nel corso del’incontro.
Il “progetto Vinum” si evolve progressivamente negli anni per realizzare e costruire un robot sempre più autonomo, sicuro, affidabile, impermeabile alla pioggia.
La macchina vendemmiatrice non è proprio una novità, già da tempo viene usata nelle vigne dell’Alto e Basso Monferrato. Ma un robot tuttofare nella vigna, pur nelle sue evoluzioni tecniche e nelle trasformazioni temporali, lo diventa.
Per cambiare quasi del tutto il modo di condurre un vigneto.