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L’arrivo della pioggia guardata con speranza dai campi

Il primo arrivo della pioggia salva le semine primaverili e le tavole degli italiani all’inizio di una primavera senza pioggia, con una pianura alessandrina dove si registra una gravissima siccità e dove le precipitazioni sono assenti da oltre cento giorni.

È quanto afferma Coldiretti Alessandria in riferimento all’atteso annuncio della pioggia prevista per i prossimi giorni, fondamentale per rimpinguare le riserve idriche quasi a secco ed evitare di intervenire con le irrigazioni di soccorso e quindi con un ulteriore aumento dei costi.

“L’arrivo delle precipitazioni è importante per salvare oltre il 30% della produzione agricola, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, e la metà dell’allevamento che si trovano nella pianura padana, dove il fiume Po fa registrare un livello idrometrico di -3,3 metri, come in piena estate. Pesanti anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 5% di quello di Como al 31% del Maggiore”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Le semine primaverili hanno bisogno di acqua per consentire la lavorazione dei terreni e la germinazione delle coltivazioni sulle quali pesano i forti aumenti di costi con più di 1 azienda agricola su 10 (11%) in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo.

I maggiori incrementi percentuali di costi correnti (dal +170% dei concimi fino al +129% per il gasolio) sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato.

“Ma le semine primaverili sono doppiamente a rischio: infatti, anche se la guerra non finisce, presto saranno praticamente dimezzate, su una superficie di 7 milioni di ettari rispetto ai 15 milioni precedenti all’invasione della Russia, con carestie e speculazioni su scala mondiale  – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Le semine di mais potrebbero ridursi da 5,4 milioni di ettari a 3,3 milioni di ettari mentre la raccolta del grano potrebbe essere possibile solo su 4 milioni di ettari dei 6,5 seminati in inverno, con un grave deficit sull’offerta mondiale”.

Si tratta di un taglio significativo anche alla luce delle difficoltà del commercio internazionale di materie prime agricole in una situazione in cui molti Paesi stanno adottato misure protezionistiche con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi di grano con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, per il 16 % sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti  e per il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate) per  la produzione di conserve, salse, maionese, condimenti spalmabili da parte dell’industria alimentare, oltre che per le fritture.

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