“La peste suina è una catastrofe per parchi, allevatori, turismo escursionistico. Mentre l’entroterra e interi comparti economici rischiano il collasso, Pd e M5s si comportano in modo vergognoso e inaccettabile con una ideologia (finto) ecologista”. Lo dichiara in una nota il deputato della Lega Edoardo Rixi, segretario del partito in Liguria.
“Bisogna affrontare peste suina e sovrappopolazione dei cinghiali con metodi adeguati e pragmatici – spiega – nel più breve tempo possibile. La follia di Pd e M5s invece punta a “metodi ecologici” senza abbattimenti. La tipica soluzione senza spiegazione pensata da burocrati dentro uffici nei quartieri chic del centro città”.
“Basterebbe parlare con allevatori o sindaci dell’entroterra per comprendere la gravità del momento, invece i soliti ecologisti-da-salotto sono lontani anni luce dalla vita reale. Di questo passo i cittadini saranno costretti a barricarsi in casa mentre i capi infetti potranno tranquillamente girovagare nell’entroterra”, conclude Rixi.
Commenta il sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli: “Ai nostri ecologisti da quattro soldi chiedo solo come faremo quando anche quelle piccole attività nel nostro entroterra chiuderanno. Io non sono un cacciatore e non so neanche come sia fatta un’arma ma chi nega oggi che l’unico modo per fermare questa nuova pandemia che grazie a Dio non colpisce l’uomo direttamente ma potrebbe mettere in ginocchio tutto il nostro entroterra è l’abbattimento selettivo dei cinghiali, nega la sopravvivenza dei nostri territori”.
“Quanto accaduto in commissione Ambiente – osserva il senatore della Lega Francesco Bruzzone, responsabile Attività venatorie del partito -, chiamata a formulare un parere di merito sulla diffusione della peste suina africana negli allevamenti del nostro Paese, è vergognoso ed inaccettabile. Una maggioranza composta da Leu, M5S e Pd, appiattita su un imbarazzante ideologismo animalista, ha rigettato il mio parere che prevedeva un piano di gestione della fauna selvatica e dei cinghiali pragmatico e comprensivo di molteplici ipotesi atte al contenimento della peste, approvando invece un piano di gestione da attuarsi esclusivamente con “metodi ecologici”, cioè senza abbattimenti, forse nella convinzione che i cinghiali si suicidino da soli. Ulteriore prova di tanta pochezza è il successivo affondo che questa maggioranza veteroanimalista ha assestato, cioè lo stralcio dal parere dell’individuazione di misure adeguate per limitare la circolazione dei cinghiali nei grandi centri abitati: per la sinistra vederli circolare sulle principali arterie italiane e nelle città non rappresenta uno scandalo sanitario, di decoro e un grave pericolo. La Lega però non molla e continuerà a dare battaglia: la peste suina e la sovrappopolazione dei cinghiali le si combattono con adeguati provvedimenti, non con le chiacchiere e i “no” sempre e comunque”.