“Da oltre 5 anni, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, insieme allo staff dei professori Alberto Alma e Luciana Tavella, alla Regione Piemonte e a Ferrero Hazelnut Company, Coldiretti ha istituito un gruppo di lavoro per allargare e approfondire la ricerca sulle strategie di lotta biologica alla cimice asiatica che ha portato ad ottenere buoni risultati sul contenimento della problematica, soprattutto rilasciando due principali insetti antagonisti della cimice e tra questi, in particolare, i risultati si sono ottenuti con il predatore autoctono Anastatus bifasciatus che è attualmente l’insetto più presente”,
Così il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco, in seguito al costante monitoraggio dei tecnici Coldiretti che quotidianamente sono presenti nelle aziende corilicole per un consulenza e pianificazione delle strategie di contenimento dell’insetto.
La cimice asiatica, Halyomorpha halys, proveniente dall’estremo oriente ha trovato nella provincia di Alessandria un ambiente favorevole alla sua diffusione.
In questi ultimi anni si sono registrati danni ingenti, a macchia di leopardo, su meli, peri, kiwi, noccioleti, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con perdite che sono arrivate fino al 70% delle produzioni su molte colture, dal nocciolo alla frutta.
“Sicuramente abbiamo avviato una sperimentazione, precorrendo anche i tempi, che ci ha permesso di contenere il fenomeno grazie ad interventi mirati ed alla costante azione di monitoraggio dei nostri tecnici – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. In questo senso, l’attività di consulenza è fondamentale per studiare le azioni da mettere in campo al momento giusto: dal valutare quando è corretto rilasciare gli insetti antagonisti alla ponderazione delle condizioni climatiche e del terreno. La sinergia sui territori ha reso possibile l’adozione di strategie appropriate, utilizzando i metodi più sostenibili, con una particolare attenzione all’ambiente al fine di salvaguardare la qualità delle produzioni Made in Piemonte. Tutt’ora siamo parte attiva del tavolo di monitoraggio e si continuano a studiare metodi di lotta alla cimice sempre più sostenibili”.
La diffusione improvvisa di questi insetti nel nostro Paese è favorita dalle alte temperature e dalla loro polifagia, potendosi spostare su numerosi vegetali, coltivati e spontanei.
La cimice asiatica è solo l’ultimo dei parassiti alieni che hanno invaso l’Italia con i cambiamenti climatici e la globalizzazione degli scambi commerciali, dal moscerino dagli occhi rossi (Drosophila suzukii) che colpisce ciliegie, mirtilli e uva al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), dall’Aethina tumida, il coleottero killer delle api, al punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus che fa seccare le palme, provocando all’agricoltura danni stimabili in oltre un miliardo a livello nazionale.
Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari.