“Curej: vogliamo che questa Terra dica Barbera”
«Vogliamo che questa terra dica: Barbera. È ciò che abbiamo pensato guardando, qualche anno fa, verso la collina dell’Asinara – scrive la Cantina Braida di Rocchetta Tanaro – Ci sarebbe piaciuto che, immersi in uno scenario naturale di vigneti, boschi e prati, i nostri visitatori potessero fare un’esperienza di degustazione unica e memorabile. Per questa ragione abbiamo acquistato e ristrutturato il cascinale di San Bernardo, che oggi ospita il Braida Wine Resort. L’analisi dei terreni ha confermato la bontà delle nostre intenzioni: l’altitudine e la ventilazione costante favoriscono sul crinale dell’Asinara la crescita di un’uva sana. Così abbiamo circondato il Resort di vigne di Barbera».
Il rispetto che la cantina Braida porta questa terra ha imposto di valorizzarla nella sua autenticità più piena e sincera: il vino che ne è nato – prima vendemmia 2019, 8.000 bottiglie; a marzo in uscita la vendemmia 2020 – porta in etichetta il nome “Curej”, che è il soprannome delle famiglie che da sempre abitano e curano una piccola località di Rocchetta Tanaro, dove già nel Settecento i monaci praticavano la viticoltura.
Il termine “curej” potrebbe derivare da “cureja”, la cintura dei pantaloni o la lunga cinghia che veniva utilizzata nelle macchine per battere il grano. Altri pensano che potrebbe derivare dai “gurej”, i gorreti, ovvero gli arbusti spontanei che nascono lungo il Tanaro usati per fabbricare le ceste.
Curej è dunque la nuova Barbera d’Asti Docg di Braida: nel nome ha le sue origini e nei profumi e nel sorso ricorda il panorama di cui si gode dal Wine Resort: aperto, vasto, semplice, felice.
Una barbera che nasce giovane e fresca, evolve con tre mesi di botte grande, alla quale l’affinamento in bottiglia dona bevibilità esaltando gli aromi primari.
Si affianca alle altre espressioni di Barbera Braida: La Monella, Barbera del Monferrato frizzante, le riserve Montebruna, Bricco dell’Uccellone, Bricco della Bigotta e Ai Suma. La Barbera è nel nostro Dna, ed è sicuramente il vitigno che maggiormente identifica Braida nel mondo.
«Vogliamo che questa terra dica Barbera – sottolinea lo staff della Cantina Braida – È ciò che pensiamo da sempre, da quelle prime vigne che nonno Giuseppe lasciò a papà Giacomo, in cui si coltivava l’uva per La Monella. Poi quelle tra Rocchetta e Belveglio, le vigne di Bricco dell’Uccellone, che mamma Anna portò in dote; e le vigne di Montebruna, che acquistammo e mettemmo insieme e ancora oggi guardiamo con grande orgoglio».
Braida è Barbera, con Curej lo è una volta di più.