La giusta lotta all’evasione fiscale anche quella quotidiana sugli acquisti di beni e servizi, calcolata in oltre 19 miliardi di euro, è tra gli obiettivi del Governo da attuare, oltre che con i controlli tradizionali, attraverso la condivisione delle banche dati fiscali e l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica ai soggetti in regime forfettario, interventi totalmente condivisi dall’ Istituto Nazionale Tributaristi (INT), che però suggerisce anche altre possibili misure: estensione fatturazione elettronica alle spese sanitarie ed una nuova metodologia selettiva delle spese detraibili da parte del contribuente.
Soprattutto in tema di detrazione delle spese, basata sul contrasto di interessi, l’INT ipotizza una detrazione del 25% sino a 5 mila euro annui relativi a spese della quotidianità assoggettate ad IVA al 22%, pagate con sistemi tracciati ed ovviamente certificate da fattura o scontrino parlante. Un mese prima della campagna dichiarativa si potrebbero estrarre un certo numero di codici Ateco di attività i cui beni o servizi rientrino tra quelli detraibili.
Essendo la detrazione maggiore dell’aliquota più elevata dell’IVA, si ridurrebbe una delle motivazioni che induce a non richiedere fattura e/o scontrino; il fatto di non conoscere a priori quali spese saranno effettivamente detraibili renderebbe più difficoltosi e non convenienti eventuali accordi volti all’evasione dell’imposta.
“Non esiste una soluzione certa ed infallibile circa la lotta all’evasione fiscale, tanto meno una detrazione totale delle spese che creerebbe problemi di equità e di welfare” dichiara il Presidente dell’INT, Riccardo Alemanno, che precisa: “Anche quanto da noi ipotizzato non sarà la panacea di questa piaga sociale, ma l’utilizzo del digitale, sempre garantendo la privacy dei dati, e l’incertezza di quali spese potranno essere detratte, potrebbero garantire risultati maggiori.
Ovviamente bisognerà contestualmente operare anche sulle persone, soprattutto sulle nuove generazioni perché si tratta anche di un problema culturale, e ridurre ulteriormente la pressione fiscale, iniziata con la revisione dell’IRPEF e la parziale cancellazione dell’IRAP, poiché l’utilizzo di nuovi strumenti e forme di controllo non può prescindere dalla riduzione della pressione fiscale, dalla semplificazione burocratica e da una più attenta gestione della spesa pubblica. Certamente non sarà semplice, oltretutto con il continuo imperversare della pandemia, ma un cambio di passo e di mentalità sono necessari”.