Murialdo. Si tratta del presepe meccanizzato di Murialdo, che non è certo una novità, visto che quelli che lo hanno realizzato la prima volta ormai si sono trasformati da ragazzini entusiasti del proprio paese e della festività cristiana in adulti più attratti dai bar che non dalla chiesa.
Eppure è una novità per chi non lo avesse ancora visitato; una novità che ancora di più merita di essere visto quest’anno che tutta la gente della Borgata Ponte si è prodigata nell’esporre, al di fuori delle abitazioni dei nuclei familiari, i propri piccoli presepi, in una gara di festosità che durerà dal 12 dicembre al 6 gennaio. Come hanno scritto i proponenti dell’iniziativa «Il nostro proposito è quello di posizionare una serie di piccoli presepi, tutti diversi, sia per materiali sia per stili, realizzati da grandi e piccini da appendere e appoggiare lungo le vie della borgata, fino alla chiesa di S. Lorenzo, dov’è già presente il presepe meccanico.»
Ecco, appunto, in realtà è però soprattutto il presepe meccanizzato la vera grande attrazione del Natale murialdese.
Murialdo non vuole certamente fare concorrenza ad altri centri che si sono fatti conoscere con esibizioni ben più spettacolari e scenografiche, ma si deve sapere che a Murialdo, nascosto nelle viscere della chiesa, e al quale si giunge scendendo mediante una stretta scalinata, c’è questo presepe.
Quasi in una grotta come quella dove i Vangeli hanno tramandato la nascita di Gesù; un presepe che meriterebbe comunque di essere visitato, se non altro per apprezzare la genialità di chi lo ha realizzato negli ultimi anni, trasformandolo da statica esibizione dell’evento natalizio in una movimentata rappresentazione dove i pastorelli “vivono” sebbene solo per impulsi elettrici: l’acqua scorre e si rovescia in una cascata per poi gettarsi in un lago dove un pescatore lancia la sua lenza e la ritira con tanto di pesce, ed un altro rivolo fa girare la macina di un mulino; le pecore ed un mulo bardato brucano abbassando e sollevando il capo; le statuine dei contadini tagliano il fieno e abbattono gli alberi; uno addirittura saluta i visitatori con tanto di scappellata e una vecchia curiosa sbircia tra le ante di una finestra prima di chiuderla, mentre un’altra figura di donna spegne e accende la luce della sua casa uscendo per una passeggiata e la riaccende ritornandovi; un contadino pianta pali per una palizzata e un cavallo trebbia il grano in un’aia girando in tondo trascinando un rullo.
Una statuina fa girare un girarrosto, mentre una bambina si dondola sull’altalena. In un angolo nevica a dirotto, mentre le luci calano e passano dalla notte al giorno ogni volta fermando i movimenti, per essere ripresi con l’arrivo della luce. Piccole genialità favorite dalle conoscenze della meccanica e dell’elettricità da parte dei più ingegnosi del paese!
Quindi, non il solito minuscolo presepe piazzato doverosamente in un angolo delle chiese, ma di metri e metri quadrati (forse due decine), dove è stata ricostruito l’immaginario scenario agreste di un tempo, con case sparse magistralmente modellate con gli antichi tetti di scandole, una chiesetta sulla collina, e vigne ed orti ed aie rurali. Un lavoro complesso a cui tanti hanno contribuito, prodigandosi di generazione in generazione, chi ad ingegnare nuove figure in movimento, chi a modellare e ravvivare lo scenario di un presepe spontaneo e rurale che solo una volta all’anno riacquista “vitalità” dando gioia e unione sociale in un Comune composto più da borgate e chiese che non da strade e piazze.
Un piccolo-grande presepe che ha l’unico difetto di non essere troppo conosciuto dalle comunità valbormidesi, e che invece meriterebbe più visitatori di quanti ne ha finora avuti, perché per amare e apprezzare bisogna conoscere. Chi volesse venire a Murialdo sappia che durante il periodo delle feste natalizie e di fine anno, oltre che visitare questo presepe, si potranno ammirare i suoi “fratelli” lungo le vie della borgata, che si possono liberamente visitare, specie nelle ore serali quando le luci li valorizzano, creando quella sensazione di pace e serenità che sono lo spirito del Natale. Una “passeggiata” che termina proprio col presepe meccanizzato.
Chi volesse invece visitare solo il presepe meccanizzato, lo può fare tutti i giorni e anche di giorno. Vi si passa per una porticina, a fianco dell’entrate della monumentale Chiesa di San Lorenzo, sovrastata dall’indicazione “Presepe” scolpita in una tavola. Si scende poi per una stretta scalinata alla cui base una fotocellula accende le luci e mette in moto il presepe facendo anche partire un sottofondo di musica natalizia.
Franco Zunino