“Di domenica in domenica. Commento pastorale alle letture festive dell’anno liturgico C” di Fabrizio Casazza
“Un’omelia, di solito, non deve andare oltre i dieci minuti, perché la gente dopo otto minuti perde l’attenzione….”, un invito che arriva direttamente da papa Francesco. Lo ricorda il card. Giuseppe Versaldi, Prefetto della Congregazione per l’educazione nella prefazione del libro edito da Effatà “Di domenica in domenica. Commento pastorale alle letture festive dell’anno liturgico C” di Fabrizio Casazza, parroco e teologo alessandrino, consulente ecclesiastico Ucsi- Piemonte.
Il cardinale suggerisce che la lettura meditata delle pagine del libro aiuterà i sacerdoti a preparare con serietà le omelie, ma che sarà anche un valido aiuto per tutti a nutrirsi con gioia ed efficacia della Parola di Dio.
Il testo, pagina dopo pagina, prende per mano il lettore e lo aiuta a comprendere i brani della Sacra Scrittura. Lo stile è chiaro e conciso, profondo con continui riferimenti all’attualità. Frutto dell’esperienza dell’autore parroco, insegnante, studioso. Tra le pagine emergono riferimenti a scrittori contemporanei, a fatti di cronaca o di vita ecclesiale.
“Ho cercato – spiega don Casazza – di far sentire il respiro ecclesiale della Chiesa cattolica”. Il volume è strutturato seguendo il percorso dell’anno liturgico, fatta eccezione per il Tempo Ordinario, che è trattato in un unico capitolo, seguito dal commento ad alcune solennità, feste e memorie particolarmente significative. Come la festa dell’Immacolata Concezione di Maria (8 dicembre), dove l’autore riprendendo un articolo di Avvenire in cui si commentata la notizia che i ragazzi italiani non sono in grado di capire quello che leggono, suggerisce: “questa notizia mi ha evocato una realtà spirituale analoga: tante volte nella vita interiore noi siamo come gli adolescenti secondo la descrizione sociologica, cioè siamo incapaci di leggere la storia di Dio anche se ci passa davanti, non riusciamo ad avvertire la sua presenza nella nostra esistenza, lo riteniamo estraneo alla nostra quotidianità”.