Coldiretti e Legambiente si uniscono nella richiesta di portare a termine celermente l’iter di approvazione della legge sul biologico, approvata dal Senato con un solo voto contrario e ancora ferma alla Camera.
“Mai come in questo momento storico – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – abbiamo bisogno della legge sul biologico e non solo nell’interesse delle aziende che oggi producono biologico, quanto piuttosto per rispondere alle richieste dell’Europa. Per dare concretezza al Green Deal, dobbiamo agevolare la transizione al biologico di parte delle nostre produzioni. Per farlo, servono norme precise. Oggi le imprese sono in difficoltà a causa di un chiaro vuoto di carattere normativo a cui chiediamo alle istituzioni di porre rimedio senza ulteriori rinvii”.
Una svolta spinta dall’emergenza Covid con più di un alessandrino su quattro (27%) che nel tempo della pandemia acquista più prodotti ecofriendly rispetto a prima.
Oltre 300 i produttori bio della provincia di Alessandria, per consumi cresciuti a livello territoriale con un +12% delle vendite al dettaglio grazie ad un’impennata della domanda ininterrotta da oltre un decennio.
A livello regionale sono oltre 50 mila gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite.
Molto richiesto a livello internazionale è il vino biologico piemontese che, purtroppo, quest’anno ha visto un arresto dell’export a causa del Covid. Sono oltre 3 mila gli operatori certificati biologici tra produttori, trasformatori ed importatori.
“In un Paese come l’Italia, che è leader in Europa nel numero di imprese impegnate nel biologico, occorre approvare subito la legge che prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Il provvedimento sostiene, tra l’altro, anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione”.
Un passo importante per dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici del territorio dinanzi all’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei.
“L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante per il nostro territorio in cui continuiamo a vedere una svolta green dell’agricoltura italiana che detiene il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario – hanno concluso Bianco e Rampazzo -. Non possiamo permetterci di perdere tempo nel sostenere un settore con ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale. Siamo alle battute finali per cui ora serve con urgenza l’ultimo passaggio alla Camera”.