Gli Yo Yo Mundi portano in scena all’Ariston la loro sonorizzazione live del film Sciopero
Acqui Terme. Lunedì 25 ottobre al Teatro Ariston, ore 21.00, ingresso libero, gli Yo Yo Mundi ritorneranno a suonare nella loro città – grazie alla Fondazione Luigi Longo (in collaborazione con Associazione Memoria della Benedicta) -, portando in scena la loro sonorizzazione live del film Sciopero di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn.
Si festeggerà una sorta di compleanno, infatti, giusto vent’anni fa, usciva l’album con le musiche della colonna sonora e grazie a quella pubblicazione, assai fortunata, seguirono numerosissime repliche (culminate con lo straordinario tour inglese del 2006).

Straordinaria sarà anche questa serata che vedrà insieme sul palco i quattro membri fondatori degli Yo Yo Mundi: Paolo Enrico Archetti Maestri, chitarre elettriche, voce, Eugenio Merico, batteria, Andrea Cavalieri, basso elettrico e Fabio Martino, fisarmonica, insieme al quinto Yoyo, Fabrizio Barale, chitarra elettrica e percussioni – una vera e propria reunion! – e Luca Olivieri, pianoforte, tastiere e campionamenti, in Sciopero con la band dalla prima rappresentazione del ‘94.
A introdurre il film ci sarà Daniela Tusa, una yoyo ad honorem, che interpreterà una poesia di Vladimir Vladimirovič Majakovskij. A occuparsi dei suoni e della parte tecnica audio/luci/proiezioni un trio super composto da: Dario Mecca Aleina, Pier Francesco Leardi (Il Pippi) e Marcello Manzo.
Segnaliamo che nel foyer del teatro si terrà un’esposizione grafica e pittorica di Ivano A. Antonazzo che proprio con la copertina di questo album iniziò la sua collaborazione con la band.
La Fondazione Luigi Longo e gli Yo Yo Mundi hanno voluto che l’ingresso fosse libero e gratuito sia per andare incontro alle persone che in questi anni hanno sofferto la mancanza di spettacoli a causa della crisi pandemica, sia per tutti gli amici e i fans che verranno da lontano, sia per quei concittadini e conterranei che non hanno mai smesso di sostenere le loro iniziative culturali (Prenotazioni: segreteria@fondazioneluigilongo.it 3939094004 – 3383285336).
Si ricorda saranno osservate tutte le prescrizioni sanitarie rispetto alle normative riguardanti il Covid-19 e l’ingresso in teatro sarà possibile solo con green pass e\o tampone. Gli Yo Yo Mundi sono stati tra i primi gruppi appartenenti alla cosiddetta area del folk rock italiano a cimentarsi in questa particolare forma di contaminazione tra le arti che è servita anche quale riscoperta e riproposta di un interessantissimo patrimonio storico visuale.
Infatti, realizzarono e portarono in scena per la prima volta nel 1994, questa loro opera così fortunata, in occasione del Festival Internazionale di Cinema Muto di Roma: Musica delle Ombre (“negli anni seguenti”, ricorda in un’intervista Paolo E. Archetti Maestri, “le composizioni originali si sono via via arricchite e trasformate, grazie ad un errore iniziale, dovuto alla nostra ingenuità che non ci portò a registrare o scrivere la prima stesura di quella sonorizzazione, praticamente sicuri che mai e poi mai l’avremmo replicata”).
Lo spettacolo consiste nella proiezione del film – per una durata di circa un’ora e un quarto – con il commento sonoro suonato dal vivo in sincrono con le immagini. Nella sonorizzazione ci sono momenti di reale improvvisazione intrecciati ai brani creati appositamente per questa rimusicazione. Durante lo spettacolo il gruppo suona seduto proprio sotto lo schermo ove si proietta l’opera, seguendo il film per sposare alla perfezione le immagini del lungometraggio con il commento di una musica evocativa, struggente e malinconica – ricca di lievi suggestioni armoniche -, che, grazie ad improvvise scosse elettriche, sonore e ritmiche – diviene prima vibrante e poi trascinante -. Un suono pieno, intenso, rotondo – ora acustico, ora elettrico -, proposto con l’innata energia e l’originalità espressiva che da sempre caratterizza la cifra stilistica del gruppo di Acqui Terme.
Ricorda Paolo E. Archetti Maestri: “Nel 1994 avevamo impiegato due mesi per comporre e organizzare le idee musicali scaturite prevalentemente dalla ripetuta visione del film. La costruzione del commento musicale è dunque cresciuta in sintonia con l’emozione trasmessa dalle immagini del film e dagli ideali di lotta, speranza e rivoluzione che animano ogni suo fotogramma”. La trama del film: Russia 1912, un operaio, ingiustamente accusato di aver commesso un furto si toglie la vita in fabbrica. I suoi compagni, dopo essere venuti a conoscenza dei motivi del suicidio, si ribellano e organizzano uno sciopero. I padroni informati immediatamente da una vasta e organizzata rete di spie decidono di soffocare la protesta.
Da una parte gli operai in sciopero reclamano condizioni di lavoro più umane, dall’altra i padroni resistono e tentano di corrompere i più deboli. Nel frattempo lo sciopero prolungato sta riducendo le famiglie alla fame. Cominciano le provocazioni; durante una manifestazione alcuni disonesti, al soldo dei padroni e della polizia, appiccano un incendio al deposito degli alcolici. I pompieri, chiamati da un’eroica operaia che riesce a dare l’allarme, giungono sul luogo dell’incendio: anziché spegnere il fuoco indirizzano gli idranti sui manifestanti per disperderli. La civile protesta viene così repressa a colpi di fucile e con ripetute cariche della polizia a cavallo: non saranno risparmiati né le donne né i bambini.
Il finale è caratterizzato dalla disfatta totale degli scioperanti e delle loro famiglie, in disperata fuga, incalzati dai soldati dello zar, che sparando all’impazzata compiono la strage – a queste scene cruente il regista associa ripetutamente le immagini di un macello – Ancora Paolo Enrico Archetti Maestri racconta come la musica si sia intrecciata alle immagini di quello che la critica definì il primo film storico della storia: “La trama è caratterizzata da intrusioni da commedia pura, che il regista definisce faits divers, molto in contrasto con il clima tragico e cupo che pervade tutta l’opera; sono stati proprio questi momenti che hanno permesso anche alla nostra vena più giocosa di esprimersi. Il commento sonoro si avvale di atmosfere e campionamenti dal forte sapore industriale che interagiscono con i nostri strumenti, facendo da trait-d’union tra le diverse composizioni. Abbiamo altresì evitato di imbrigliare la sonorizzazione con l’ausilio di marchingegni elettronici e ci siamo limitati ad una specie sincronizzazione a vista delle musiche sulle immagini, che, gioco forza, varia lievemente di spettacolo in spettacolo. Lasciamo che sia l’emozione del momento a dettare i tempi dell’esecuzione, per rinnovare così di volta in volta la forza e l’intensità della nostra interpretazione”.. (la ricostruzione della pellicola utilizzata per la sonorizzazione venne realizzata nel 1969 preso gli Studi Gorki).
Il regista Sergej Michailovic Ejzenstejn, nasce a Riga in Lettonia nel 23 gennaio del 1898. Nel 1921 lavora come scenografo e costumista al Primo Teatro Operaio Proletkult. All’inizio del 1924 comincia a girare Stacka\Sciopero (prodotto dal Primo Stabilimento del Goskino di Mosca e proiettato per la prima volta il 28 aprile 1925), grazie a questo film ottiene un premio all’esposizione Internazionale delle Arti Figurative di Parigi. Incomincia a girare il suo film più celebre: La Corazzata Potëmkin. Nel 1929 termina il montaggio di Ottobre. Negli anni che seguono gira l’Europa e nel 1930 firma un contratto con la Paramount per la realizzazione di un film a Hollywood. Comincia a girare Aleksandr Nevskij nel 1937, la prima viene proiettata il 23 novembre dell’anno successivo. Nel 1942 incomincia la preparazione di Ivan il Terribile ed esce a New York il suo primo organico libro sul cinema: The Film Sense. Ritorna a Mosca nel 1944 per finire il montaggio di Ivan il Terribile: la prima parte del film ottiene il Premio Stalin di Prima Classe nel 1946, ma il 4 settembre dello stesso anno la seconda parte viene condannata da una risoluzione del Comitato Centrale del Partito Comunista. Il 10 febbraio del 1948 muore per arresto cardiaco. Il CD del 2001, il vinile del 2021! Sciopero è uno dei dischi più importanti della discografia di Yo Yo Mundi, uscito, in edicola e nei negozi di dischi, il Primo Maggio del 2021 per i CD del Manifesto fu immediatamente un notevole successo di pubblico e critica (gli Yoyo, grazie a quest’opera, vennero accostati ad artisti come Morricone, Pink Floyd, Kurt Weil – da Luzzato Fegiz, sul Corriere! – e ancora Thin White Rope, June of ’44, Giant Sand, e fu coniata per loro la definizione di un genere tutto nuovo: Post Folk Rock).
L’album vendette, inoltre, tantissime copie e di conseguenza la band piemontese tenne centinaia di repliche della sonorizzazione del film negli anni successivi alla pubblicazione, molte anche all’estero: Inghilterra, Olanda, Tunisia, Irlanda, Austria, Scozia etc. (indimenticabile il tour in UK del 2006, quando al Barbican Centre di Londra furono definiti: “Italian masters of silent soundtrack” e sul quotidiano The Guardian, furono soprannominati: “The Clash con la fisarmonica”). Dunque questa replica nella città che ha dato i natali agli Yo Yo Mundi e sia la pubblicazione della versione in vinile cadono giuste, giuste nel ventesimo compleanno di questo album, un occasione più unica che rara, per festeggiare l’anniversario tondo di una delle opere più amate della band acquese.