Pallapugno serie A: Federico Raviola batte Massimo Vacchetto, sarà spareggio
Cortemilia. Nella semifinale di ritorno del campionato nazionale di serie A di Pallapugno la Subalcuneo Acqua San Bernardo di Federico Raviola ha battuto la Nocciole Marchisio Cortemilia di Massimo Vacchetto per 11 a 5, di fronte ad un pubblico di oltre 450 persone, nel pomeriggio di sabato 2 ottobre nello sferisterio comunale “Francesco Capello” di Cuneo. Ad arbitrare l’incontro Giorgio Gili di Castellinaldo assistito da Oreste Magnaldi di Cuneo. La Subalcuneo Acqua San Bernardo è scesa in campo con Federico Raviola, Alessandro Benso, Enrico Rinaldi, Gabriele Re, 5º giocatore Mattia Baracco, d.t. Paolo Danna. Nocciole Marchisio con: Massimo Vacchetto, Emmanuele Giordano, Marco Cocino, Francesco Rivetti, 5º giocatore Walter Cavagnero, d.t. Gianni Rigo e Giovanni Voletti, preparatore Diego Roveta, fisiatra Bortolusso.
Raviola e Vacchetto vanno quindi alla bella, allo spareggio, che si disputerà domenica 10 ottobre, alle ore 15 a Canale.
La gara non è mai stata in discussione, tranne alla ripresa, quando sul 6 a 5 per i locali è sembrato che Massimo Vacchetto potesse pareggiare.
Primo gioco per Raviola poi 1 a 1 e via sul 4 a 1 e poi 4 pari, e 6 a 4 per Raviola, al riposo alle 16,20. Poi 7 a 5 e si va all’11 a 5.
La Nocciole Marchisio ha perso diversi giochi sul 40 a 0, facendosi rimontare e non ha mai chiuso quelli sul 40 pari.
Raviola batte di più e, tiene dall’inizio alla fine, con una media notevole 73-75 metri e più, e al ricaccio è molto incisivo. Vacchetto sembra non essere nelle giornate migliori: battuta inferiore a Cortemilia e poco incisivo al ricaccio e per giunta parecchio falloso. Dieci o più falli, più di quelli fatti sin’ora nell’intera stagione. E della poca verve agostina del capitano ne ha risentito tutta la squadra, che ha commesso numerosi falli. La gara di Cuneo è stata l’opposto di quella di Cortemilia. Ora si va allo spareggio e chi vince va in finale e chi perde pensa al prossimo campionato…
Tifo più chiassoso e rumoroso, con petardi, trombe, fumogeni e slogan, quello dei biancorossi cuneesi, più contenuto ma numericamente più consistente quello dei gialloverdi cortemiliesi, ammutoliti difronte ai propri beniamini.
G.S.