Ovada. È terminato il lavoro delle due sculture in cedro del Libano, eseguito nella settimana scorsa dagli artisti Bettino Francini, toscano di Montevarchi ed Enrique Jordà Calatayud, spagnolo di Alicante.
La scultura dell’artista toscano rappresenta “l’innesto”, sia delle nuove viti dopo il periodo negativo della flavescenza dorata che metaforicamente la vita che rinasce dopo le drammatiche conseguenze dell’epidemia da Covid.
Quella del giovane artista spagnolo rappresenta i tre livelli di approccio al vino: visivo, olfattivo, degustativo.
Le opere, donate al Comune, rimangono ora esposte per un po’ presso il cortile comunale a fianco dell’Enoteca.
L’iniziativa, svoltasi anche ad Acqui (lavorazione del marmo), Casale ed Alba, rientra nell’ambito dell’attività dell’Associazione internazionale eventi sculture monumentali, di cui Francini è presidente.
Lo scultore Luigi Bartolini, Claudio Origlia con Erika e Daniela Briata hanno collaborato fattivamente per la riuscita della doppia scultura. Davvero tutto un lavoro a più mani, a km. zero.
Alla presentazione delle opere, c’erano, tra gli altri, il sindaco Lantero, l’assessore alla Cultura Roberta Pareto e Mario Arosio presidente del CdA dell’Enoteca Regionale.