Filiera, parola chiave per proteggere biodiversità e garantire sostenibilità finanziaria

I prezzi mondiali dei prodotti alimentari hanno fatto segnare un aumento del 33,9% rispetto allo scorso anno per effetto delle tensioni generate dall’emergenza Covid che ha tagliato il potere di acquisto e aumentato la povertà alimentare.

A tirare la volata sono i prezzi internazionali dei cereali cresciuti del 33,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre i prodotti lattiero caseari sono saliti del 22% rispetto all’anno scorso ma va anche segnalato il balzo del 15,6% nelle quotazioni della carne.

Alla luce di questo scenario, anche l’Italia è scesa in campo con la Food coalition, formata da oltre 40 Paesi, che come primo atto ha visto la nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market promossa dalla Coldiretti, e nata per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo dove la povertà alimentare cresce del 15% anche a causa dell’emergenza sanitaria.

“Con la pandemia si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazioni – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. L’emergenza Covid sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime che registrano il +80% per la soia ed il +50% per il mais mettendo in crisi anche gli allevamenti di bovini e di suini della nostra provincia. L’aumento delle quotazioni conferma che l’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro.”

Per cogliere un’opportunità unica Coldiretti ha elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi dieci anni.

“Sono i piani strategici elaborati dalla Coldiretti insieme a Filiera Italia nell’ambito del Recovery plan poiché bisogna ripartire dai nostri punti di forza e l’Italia è prima in Europa per qualità e sicurezza dell’alimentazione dove è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Filiera è una parola chiave per aumentare la sostenibilità e proteggere la biodiversità, lottare contro l’italian sounding e il cibo falso, sviluppare un modello produttivo equo che riconosce valore agli agricoltori, garantire massima trasparenza ai consumatori e lavorare per l’etichettatura di origine obbligatoria”.

Il giusto prezzo e il contrasto alle pratiche sleali e agli abusi di potere lungo la filiera sono qualcosa più di una questione economica: sono questioni di democrazia, giustizia e libertà.

“Abbiamo contaminato l’intera filiera agroalimentare di quei valori distintivi che si generano nel rapporto tra agricoltura e territorio e arrivano fino al consumatore – hanno continuato Bianco e Rampazzo -. Perché se il prezzo del cibo diventa un campo di speculazione a perdere saranno sempre gli agricoltori e i consumatori”.

Un patrimonio minacciato dalle imitazioni internazionali che non hanno alcun legame con il sistema agricolo nazionale.

“Con la nostra idea di filiera sostenibile vogliamo affrontare il futuro non solo creando valore economico, ma guardando anche alla sua distribuzione e alla capacità di restituire valori positivi, sotto il profilo ambientale, sociale, territoriale”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.

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