Nello spazio di una generazione è scomparso un terreno agricolo su 4 (-28%) seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile per l’emergenza Covid.
È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della presentazione del nuovo rapporto Ispra sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”.
“A causa della cementificazione e della scomparsa dei terreni fertili – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – sono andati persi dal 2012 ad oggi ben 4 milioni e 155mila quintali di prodotti agricoli, con la copertura artificiale del suolo agricolo che nel 2020 ha toccato la velocità di 2 metri quadri al secondo, nonostante il lockdown e la crisi dell’edilizia. I dati Ispra parlano chiaro, si tratta della perdita maggiore registrata sul fronte dei cereali e degli ortaggi con la scomparsa di 2 milioni e 534mila quintali di prodotto, seguita dai foraggi per l’alimentazione degli animali, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti. La provincia di Alessandria, con 26.450 ettari consumati incide con un 15,1% su un complessivo regionale di circa 175.000 ettari, dopo Torino e Cuneo”.
Un problema grave in una situazione in cui il grado medio di autoapprovvigionamento dei prodotti agricoli in Italia, secondo l’analisi della Coldiretti, è sceso a circa il 75% con il Paese costretto ad importare ¼ degli alimenti di cui ha bisogno in un momento di grandi tensioni a causa dell’emergenza Covid.
Senza dimenticare che il consumo di suolo dal 2012 ad oggi non ha potuto garantire l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei nostri territori e alimentando il rischio siccità.