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Popillia japonica: orti e vigneti a rischio, cresce la preoccupazione per il coleottero

Oltre alla cimice asiatica è allarme per anche la famigerata Popillia japonica che si sta diffondendo sul territorio provinciale in maniera sempre più massiccia e incontrollata.

Arrivata in Italia da qualche anno sta provocando gravi problemi all’agricoltura del territorio alessandrino.

Si tratta di un insetto esotico, e proprio come la cimice asiatica e la Drosophila suzukii, questo coleottero giapponese è capace di compiere danni immensi a molte specie vegetali coltivate. La Popillia è, infatti, considerata tra gli organismi più nocivi da quarantena per questo è fondamentale tenerla sotto controllo.

“I tecnici Coldiretti nei giorni scorsi hanno raccolto numerose segnalazioni arrivate da diverse zone della provincia, in particolare imprenditori del casalese e della bassa Valle Scrivia. Questo coleottero è molto vorace e, nelle nostre zone, non ha predatori naturali, così si riproduce a dismisura, infestando giardini e orti e distruggendo piante da frutto e ornamentali – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – È in grado di colpire tutte le specie vegetali, dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti, alle colture orticole di pieno campo. I rischi maggiori li corrono il mais, il pesco, il melo, la vite e la soia. Chi l’ha incontrato, se lo ricorda bene: è sufficiente una manciata di giorni per radere al suolo migliaia di metri quadri di colture per poi sparire nel nulla”.

Allo stadio larvale questa specie infesta i tappeti erbosi nutrendosi delle radici di piante erbacee, mentre gli adulti sono polifagi e attaccano piante spontanee, ornamentali e forestali e colture di pieno campo determinando defogliazioni, distruzione degli organi fiorali e danni ai frutti. Gli adulti possono alimentarsi su quasi 300 differenti specie vegetali.

“La Popillia japonica è solo l’ultimo degli insetti alieni che minacciano la biodiversità del territorio. Purtroppo, – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – negli ultimi dici anni abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione di specie straniere che si diffondono nei nostri territori perchè non hanno antagonisti naturali che invece trovano nei loro paesi d’origine. Di fronte a questo fenomeno sono strategiche la prevenzione, le segnalazioni degli agricoltori e l’intervento tempestivo dei servizi fitosanitari. Insieme al cambiamento climatico, sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea, con frontiere colabrodo che lasciano passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Risultato di una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici in Europa senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati”.

Le azioni di contenimento delle popolazioni degli adulti dell’insetto sono volte a impedire l’accoppiamento, riproduzione e diffusione.

Tre le tipologie di trappole, posizionate prevalentemente vicino ai prati: “a boccioni” con cattura massale degli adulti che vengono svuotate periodicamente;  a “cassetta” per la disseminazione di un fungo che agisce sull’insetto causandone la morte e  “a ombrello” a rete insetticida.

“La situazione è stata prontamente comunicata ai responsabili del settore Fitosanitario regionale per capire cosa è possibile fare in concreto per fronteggiare un problema che ha già causato danni economici molto rilevanti sul nostro territorio”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.

Un commento

  1. Segnalo stesso gravissimo problema nella zona di Gambolò. Attaccati pruni, cachi e ciliegi. In poche ore migliaia di coleotteri hanno banchettato in modo impressionante.

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