Ovada. Resi noti i risultati delle analisi sulle uve Dolcetto di Ovada, eseguiti dall’équipe del prof. Vincenzo Gerbi, dell’Università di Torino.
Ne ha parlato Elisa Paravidino, parte attiva di Agrion della Cannona di Carpeneto e produttrice agricola alla Piria di Rocca Grimalda, nell’ambito dell’iniziativa svoltasi in Enoteca Regionale il 15 maggio.
Le uve che producono l’Ovada docg sono ad alta ricchezza di polifenoli e quindi il Dolcetto locale risulta ben strutturato e dal buon colore. Le analisi effettuate dagli esperti sui vinaccioli e sulla buccia fanno registrare un alto livello qualitativo dell’uva Dolcetto. Pertanto la materia prima c’è, nel territorio di Ovada.
Un vino, l’Ovada docg, più da cibo che da meditazione, che si abbina molto bene con agnolotti, funghi, peirbuieira, tagliatelle al sugo, coniglio, bolliti e formaggi stagionati.
I risultati fatti registrare a Torino da 30 campionamenti di uva Dolcetto, provenienti da 15 aziende e con punti di maturazione dell’uva minimo e massimo (12,5° e 14,5°) “sono un punto di partenza e vanno verificati almeno una seconda volta, nel corso di quest’anno, per ottenere le risposte che si cercano”.
Quindi cosa mettere in pratica per ottenere un risultato migliore ed atteso da tanto?
”Si può dare indicazione ad ogni produttore sulla vinificazione ottimale, in base alle caratteristiche del suo vigneto, alla esposizione anche climatica ed al tipo di terreno, in modo da ottenere il miglior vino possibile dalla base giidicata a Torino già buona delle uve”…
Il seguito delle analisisu L’Ancora n.20/2021 in edicola giovedì 20 maggio.