Acqui Terme. Con un’adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire alle persone in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro che in passato erano affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali, che ogni anno attraversavano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese.
“Per la provincia di Alessandria potrebbero essere almeno 2.000, probabilmente anche di più. Infatti, anche quest’anno, con i limiti al passaggio nelle frontiere per l’avanzare dei contagi– sottolinea il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – e con l’anticipo di stagione favorito dal caldo si registrano difficoltà per l’arrivo in Italia di lavoratori stranieri, con il rischio concreto della perdita dei raccolti in un momento in cui è importante assicurare l’approvvigionamento alimentare anche per le difficoltà degli scambi commerciali”.
Dopo essere stato snobbato per decenni si registra un crescente interesse degli italiani per il lavoro nelle campagne anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. Un segnale positivo importante per il comparto che tuttavia si scontra con la mancanza di formazione e professionalità che è necessaria anche per le attività agricole soprattutto per chi viene da esperienze completamente diverse.
“Un’opportunità che deve però essere accompagnata da un piano di formazione professionale e misure per la semplificazione – aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Per questo è necessario, in vista della stagione ortofrutticola ormai prossima, puntare alla riduzione costo del lavoro ed alla semplificazione dei voucher per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione in difficoltà”.
Il Marocco ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’Italia con grandi difficoltà per molte imprese che non possono più contare su storici collaboratori. La comunità marocchina è la più numerosa tra i lavoratori agricoli fuori dei confini comunitari registrando il 10% circa del totale dei braccianti stranieri.
Ma il problema rischia di allargarsi a macchia di olio in una situazione in cui a livello nazionale viene ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola.
“In queste condizioni è importante l’annuncio da parte della Commissione europea del passaporto vaccinale con l’obiettivo di consentire la libera circolazione all’interno dell’Unione per lavoro o turismo” concludono Bianco e Rampazzo, nel sottolineare “l’importanza di lavorare a livello nazionale per accordi bilaterali con i Paesi dove è più rilevante il flusso di lavoratori”.