Covid, stop braccianti alle frontiere e mancano lavoratori specializzati
Acqui Terme. Con l’avanzare della pandemia arriva il primo stop alle frontiere per i lavoratori agricoli stranieri impegnati nelle campagne, con il Marocco che ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’Italia.
“Con questo limite, a causa dell’emergenza contagi, anche quest’anno ci saranno difficoltà per l’arrivo di lavoratori stranieri con il rischio concreto della perdita dei raccolti in un momento in cui è importante assicurare l’approvvigionamento alimentare degli italiani anche per le difficoltà degli scambio commerciali – hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – Per questo è necessario, in vista della stagione ortofrutticola ormai prossima, puntare alla riduzione costo del lavoro ed alla semplificazione dei voucher per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione in difficoltà”.
In provincia di Alessandria per la raccolta dell’ortofrutta, soprattutto l’uva, sono centinaia le imprese che necessitano di raccoglitori con oltre 2.000 presenze a stagione. Un’opportunità, quindi, quella del lavoro stagionale che deve essere accompagnata da un piano per la formazione professionale.
“L’esperienza dell’emergenza Covid della scorsa estate ha dimostrato che con un’adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura può offrire posti di lavoro che in passato erano affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali – hanno aggiunto Bianco e Rampazzo – Ma il problema rischia di allargarsi a macchia d’olio in una situazione in cui sono molti i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso, in provincia di Alessandria, della raccolta di ortofrutta e soprattutto dell’uva”.
Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti specializzati a tempo determinato che arrivano ogni anno attraversando il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese: per questo Coldiretti è impegnata con l’Ambasciata del Marocco per cercare di superare le difficoltà determinate dalle misure cautelative adottate dal Paese africano di fronte alla diffusione del contagio Covid nell’Unione Europea.
“L’apertura delle frontiere è importante poiché con l’arrivo della primavera si intensifica l’attività nelle campagne: in queste condizioni è determinante l’impegno da parte della Commissione europea a presentare il prossimo 17 marzo la proposta legislativa per un Digital green pass con l’obiettivo di consentire gradualmente agli europei di muoversi in sicurezza all’interno o all’esterno dell’Ue, per lavoro o turismo”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.