Il progetto “Covi a casa” partito da Ovada-Acqui diventa regionale

Ovada. Nel suo piccolo, anche Ovada ha dato il suo contributo per la battaglia contro il terribile Covid-19 con il progetto “Covi a casa”, nato nella tarda primavera scorsa dalla sinergia del personale medico-infermieristico del Distretto sanitario Ovada-Acqui e poi promosso a protocollo regionale  in autunno.

“Covi a casa” significa prima di tutto la volontà, basata su dati di fatto scientifici, di poter curare il paziente, affetto non grave da Covid, a casa sua, curato dal medico di famiglia e supportato da personale infermieristico, evitando l’immediata ospedalizzazione.

Anche la Rai e altre emittenti televisive hanno parlato del progetto ovadese-acquese, intervistando gli ideatori. 

L’approfondimento su L’Ancora in edicola giovedì 11 marzo.

I vaccini sono la soluzione finale mentre il nostro comportamento lo è a breve/medio termine. E dopo il vaccino americano-tedesco Pfizer, l’europeo Moderna e l’anglo-italiano Astra Zeneca, arrivano ora l’americano J&J, il russo Sputnik e gli altri mentre si dice che diversi laboratori farmaceutici italiani possano essere in grado di produrre le fiali vaccinali in autunno. Sarebbe il toccasana e l’immunità di gregge potrebbe essere raggiunta molto probabilmente entro la fine dell’anno. Il che significherebbe l’esaurimento della carica virale del Covid-19 all’inizio del 2022.

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