Economia, caro petrolio aggrava situazione con effetto valanga sull’85% della spesa
Acqui Terme. In un Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada l’aumento dei prezzi dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli di produzione, trasformazione e conservazione.
È quanto afferma la Coldiretti sugli effetti dell’aumento delle quotazioni del petrolio che impatta sul costo di benzina e gasolio.
“Una situazione che ha effetti diretti ed immediati sulla vita dei cittadini poiché l’aumento è destinato a contagiare l’intera economia – hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo -. Se salgono i prezzi del carburante aumentano i costi per le imprese mentre si riduce il potere di acquisto con meno risorse da destinare ai consumi. A subire gli effetti dei prezzi dei carburanti è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura. Ciò potrebbe portare ad una brusca frenata di uno dei pochi settori economici che, nonostante la situazione generale dettata dalla pandemia, sta cercando di resistere non senza difficoltà, per permettere a tutti i cittadini di avere sempre a disposizione prodotti del territorio, tracciabili e di qualità garantita. In queste condizioni è importante individuare alternative green come previsto dal piano sul Recovery Plan elaborato dalla Coldiretti per sviluppare le bioenergie in Italia”.
Gli shock energetici, infatti, aggravano un deficit logistico ed energetico che è necessario recuperare investendo su fonti alternative e sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti sia livello nazionale che con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo.
Per favorire il mondo della gomma, due dei cui esponenti sono stati addirittura nominati Senatori a vita, si è compiuta la dissennata scelta di affossare il trasporto ferroviario. Infatti, dapprima, ogni stazione, anche la quasi totalità di quelle, vergognosamente, ridotte, negli ultimi trent’anni, a semplici fermate, era dotata di uno scalo merci, anche piccolo, ma in grado di assicurare la possibilità d’inoltrare e di ricevere merci, anzi, in molte stazioni, il fascio merci era addirittura più ampio del fascio viaggiatori. A tutto ciò si aggiunga la sistematica eliminazione di binari e deviatoi, financo i binari d’incrocio su linee a semplice binario, diminuendo ulteriormente la capacità ed ingessando la circolazione. Esistevano altresì i carri refrigerati, noti con il nome di Interfrigo, atti al servizio internazionale di merci deperibili, che, sovente, viaggiavano con treni classificati nella categoria dei Direttissimi, come, per esempio, quello che partiva da San Remo con il suo carico di fiori.
Occorre, pertanto, una rapida e duratura inversione di tendenza, lasciando alla gomma il ruolo adduttore e distributore.