I consumi di legumi sono aumentati del 15% con valori che vanno dal +12% per i ceci al +28% per i fagioli che si classificano come i più apprezzati nell’anno del Covid.
È quanto emerge da un’analisi Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale dei Legumi istituita dall’Organizzazione delle Nazione Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
In provincia di Alessandria gli ettari coltivati a legumi, compresa la soia, sono 6.905 per una produzione totale di 187.363 quintali.
“A far crescere la domanda di legumi – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è stata la svolta green nelle scelte di acquisto dei consumatori con la tendenza a mettere nel carrello cibi più salutari ma anche i lockdown che inducono a fare scorte di prodotti alimentari a lunga conservazione e la necessità di contenere i costi domestici con prodotti convenienti di alta qualità nutrizionale.
Dal punto di vista ambientale le piante di legumi hanno un importante ruolo nella difesa della fertilità dei suoli grazie alla loro capacità di fissare l’azoto al terreno, riducendo l’uso di concimi chimici e contribuendo alla difesa delle acque e dell’ambiente”.
“Le coltivazioni di legumi del territorio soffrono della pressione degli arrivi di prodotto a basso costo e ridotta qualità, magari favoriti dagli accordi commerciali, la produzione nazionale si è drasticamente ridotta rispetto al passato, accentuando la dipendenza dall’estero, nonostante una ripresa degli ultimi anni”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.
“Occorre assicurare che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Ma occorre anche rivedere il meccanismo degli accordi che favoriscono l’arrivo di prodotti stranieri sulle nostre tavole dove vanno applicati tre principi fondamentali: parità delle condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme”, hanno proseguito Bianco e Rampazzo.
“Per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy è necessario privilegiare legumi che esplicitamente evidenziano l’origine nazionale in etichetta, come avviene per Dop e Igp, o che si possono acquistare direttamente dagli agricoltori nei mercati di Campagna Amica”, hanno concluso Bianco e Rampazzo.