Nel 2019 i lavoratori domestici regolari in Piemonte erano 67.659, valore in costante calo dal 2012

Acqui Terme. Nel 2019 i lavoratori domestici regolari in Piemonte erano 67.659, valore in costante calo dal 2012 (-16%). Il calo del trend generale si riflette anche nella percentuale delle badanti e delle colf, entrambe diminuite rispetto allo scorso anno. Con il 51,2%, le colf continuano a superare le badanti (48,8%, dati INPS). Sono quasi 9.577 le regolarizzazioni richieste in Piemonte, in occasione della sanatoria 2020; il 54% delle domande sono state effettuate a Torino e il 14% a Novara.

Sono alcuni dei principali dati che fotografano il settore, raccolti ed elaborati nel Rapporto annuale sul lavoro domestico 2020, realizzato dall’Osservatorio nazionale DOMINA, con la collaborazione della Fondazione Leone Moressa di Mestre.

Il 46,4% dei domestici proviene dall’Est Europa, le donne sono in netta prevalenza (92,6%) e hanno in media 48,9 anni. L’incidenza degli italiani è consistente (30,8% del totale).

 Complessivamente, nel 2019, le famiglie della Regione hanno speso 606 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici; la cifra comprende stipendio, contributi e TFR. Il valore aggiunto si aggira attorno a 1,4 miliardi di euro.

A livello provinciale, Torino è il centro principale, dove si concentrano il 62,4% delle colf e il 56,5% delle badanti. Anche in termini relativi il capoluogo  regionale registra valori più alti della media: 9,6 colf ogni mille abitanti (contro una media regionale di 7,9) e 10,2 badanti ogni cento anziani con più di 79 anni (contro 9,1 di media regionale).

Le agevolazioni che la Regione Piemonte garantisce comprendono prestazioni domiciliari per l’assistenza degli anziani non autosufficienti e l’assegnazione di contributi a sostegno di anziani e disabili sotto i 65 anni di età, riconosciuti come non autosufficienti e assistiti nel loro domicilio. Ogni Ente gestore delle funzioni socio-assistenziali applica il proprio regolamento di assistenza economica e questo genera alcune disomogeneità nei contributi all’assistenza. La Regione Piemonte, attraverso il Piano regionale per la non autosufficienza, sta cercando di ottenere servizi omogenei.

Se analizziamo le prospettive demografiche, nel 2050 il numero di badanti è destinato ad aumentare. In Piemonte vivranno 214mila anziani in più (ultra-ottantenni), a fronte di 34mila bambini in meno (0-14 anni): la componente anziana sarà più numerosa di quella infantile (14,3% della popolazione contro 12,3%).

Exit mobile version