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Federazioni Sportive contro EPS: lettera a Spadafora e CONI

Acqui Terme. I presidenti delle Federazioni sportive italiane hanno scritto una lettera aperta al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e al presidente del Coni Giovanni Malagò. Oggetto della lettera è il ruolo degli Enti di Promozione Sportiva, a seguito degli ultimi DPCM che individuano come manifestazioni autorizzate quelle di “interesse nazionale”.

Di seguito la lettera.

«È con grande senso di inquietudine e, al contempo, estremo rispetto nelle Vostre rispettive competenze che, quali Presidenti di Federazioni Sportive Nazionali, inviamo alle due massime Autorità dello Sport italiano questa breve nota che, per ragioni di trasparenza nei confronti dei nostri affiliati e tesserati, renderemo pubblica.

Riteniamo, infatti, sia giunto il momento di esternare collettivamente e pubblicamente il nostro disappunto e la nostra preoccupazione in considerazione del fatto che le azioni individuali o le note riservate rivolte ai Vostri Uffici non hanno prodotto gli esiti auspicati.

Non è più possibile tacere di fronte alla paradossale situazione che, in un momento di grande apprensione per lo Sport ed il Paese, vede gli Enti di Promozione Sportiva (EPS) perseverare nel considerare attività di natura squisitamente promozionale o, al più, di carattere amatoriale alla stregua di eventi e competizioni di interesse nazionale e, come tali, non sospesi anche in relazione alle sedute di allenamenti per numerosi potenziali partecipanti.

Abbiamo apprezzato lo sforzo del Governo nel tentare di restringere il novero degli eventi agonistici ammessi inserendo nel DPCM del 3 dicembre u.s. la specifica “di preminente interesse nazionale” e quello del CONI, in data 12 dicembre u.s., di invalidare alcune attività indicate dagli EPS eliminando quelle nell’ambito di discipline non riconosciute dallo stesso CONI.

Ma, come è evidente, questo non basta.

Pur riconoscendo la rilevanza dello sport sociale, riteniamo ontologicamente non corretto che l’art. 1, comma 9, lett. e) del DPCM vigente ammetta che vi possano essere, anche solo potenzialmente, attività “di preminente interesse nazionale” svolte dagli EPS. Gli Enti di Promozione Sportiva, per espressa previsione contenuta all’art. 26, comma 1 dello Statuto CONI (approvato con DPCM del 10/01/2020), sono infatti associazioni “che hanno per fine istituzionale la promozione e la organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ricreative e formative, e che svolgono le loro funzioni nel rispetto dei principi, delle regole e delle competenze del CONI, delle Federazioni sportive nazionali e delle Discipline sportive associate”.

Non si comprende, poi, come si possa coniugare la previsione del DPCM già citata con quella di cui all’art. 3, comma 4, lett. d) dello stesso Decreto che, nelle c.d. “zone rosse” prevede che siano “sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva”. Se dunque, correttamente, il DPCM inibisce completamente le attività degli EPS nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto, non si comprende come possa di contro ritenere che gli EPS possano organizzare eventi agonistici “di preminente interesse nazionale”.

Stiamo assistendo ad una situazione paradossale nella quale atleti tesserati in ambito federale partecipanti a Campionati Italiani hanno sospeso ogni attività agonistica, se non in limitati e giustificati casi di effettivo interesse nazionale (c.d. “alto livello”), mentre tesserati degli EPS abitualmente praticanti solo attività amatoriali esplicitamente dichiarate non agonistiche stanno continuando a gareggiare ed allenarsi in nome di un proclamato “preminente interesse nazionale”.

E non valga neanche denominare i trofei amatoriali degli EPS con nomi altisonanti quali “Coppa Italia”, peraltro prerogativa di FSN e DSA, per farle rientrare tra le attività ammesse. Su questo, ci permettiamo di chiedere anche al CONI una più rigorosa vigilanza.

Riteniamo che tale situazione non sia più accettabile per una prevalente ragione di salute pubblica specie in una fase in cui solo la responsabilità ed i corretti comportamenti individuali potranno consentire al Paese ed allo Sport di ripartire gradatamente e con maggiore sicurezza. Riteniamo, altresì, che la condizione sopra rappresentata non sia più tollerabile per una ragione di giustizia sostanziale e di rispetto delle regole e delle prerogative di ciascuna organizzazione cui, da Sportivi, siamo particolarmente attenti.

Abbiamo sin qui cercato di attenerci scrupolosamente alle disposizioni normative ed alle misure impartite trascurando eventuali interessi individuali o di parte, nonostante la forte pressione che subiamo dall’ambiente federale, motivata anche dai comportamenti degli EPS. Continueremo a farlo in ogni caso e Vi chiediamo anche di indicarci eventuali situazioni di errata interpretazione delle misure da parte nostra.

Allo stesso modo, però, Vi chiediamo un sollecito e deciso intervento nel senso di ripristinare l’effettivo e legittimo significato dell’espressione “di preminente interesse nazionale” in relazione alle competizioni sportive agonistiche ammesse, arrestando ogni comportamento degli Enti di Promozione Sportiva teso ad aggirare il limite imposto dalla misura normativa che, giova ribadirlo, è dettata ai fini del contenimento del contagio.

Grati per l’attenzione e fiduciosi in un fattivo interessamento, porgiamo i nostri più cordiali saluti».

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