Acqui Terme. Tra identità e spaesamenti, tra valli che resistono (e qui si sale anche in Val Susa), slettere alla notte (con pascolismi condotti all’estremo “Cosa si accuccia tra i rami, l’abbaiare delle tortore, il cantare dei cani…” – ecco poi anche, altrove, “visioni e schizzi di rugiada, il legno canticchiava…”), respiri dell’universo, e ninne nanne, gli Yo Yo Mundi dipingono l’amato microcosmo nel loro diciannovesimo album (etichetta Felmay – distribuzione Egea). Che ha titolo La rivoluzione del battito di ciglia (e anche qui c’è un poco del Giovannino di San Mauro di Romagna: ricordate l’intermittente ala di gabbiano in Temporale, da “Myricae”, o l’explicit de Il lampo?).
Tornano, con un originale canzoniere, Paolo E. Archetti Maestri (chitarra e voce: suoi i testi e le musiche), Eugenio Merico (alle percussioni), Andrea Cavalieri (basso, voce), Chiara Giacobbe (arrangiamento d’archi, violino, voce), accompagnati da tanti amici, convocati per questa ennesima felice impresa. Che scegliamo di presentare iniziando dalla parola.
Dal 27 novembre è disponibile nei migliori negozi.
L’articolo integrale di Giulio Sardi è su L’Ancora n.45/2020