Cairo M.tte

Una nota del PD cairese sull’ospedale, si potrebbe cercare una soluzione alternativa

Cairo M.tte. La notizia che il TAR ha accolto il ricorso presentato dal policlinico di Monza, fermando nuovamente il processo di privatizzazione dell’ospedale di Cairo, ha riacceso antichi dissapori sui pro e sui contro la privatizzazione. Il segretario del PD cairese, Michele Di Sapia, affonda il dito nella piaga coinvolgendo anche il sindaco Lambertini: «Ci fa piacere, finalmente, che anche il sindaco di Cairo, si sia reso conto che la strada della privatizzazione sia di difficile attuazione – afferma Di Sapia in una nota – Peccato, però, che tutte le volte che abbiamo cercato di farglielo capire, siamo sempre solo stati accusati di polemizzare e strumentalizzare. A quanto pare, visto quello che sta accadendo, la nostra non era né polemica né strumentalizzazione ma timori fondati».

E lo scontro politico si fa duro: «Ora è inutile che Lambertini chieda che alla Valbormida venga ridato un ospedale all’altezza anche attraverso una strada alternativa alla privatizzazione. – incalza Di Sapia – Invece di appoggiare per anni la politica di privatizzazione della Regione, tali garanzie e tali richieste andavano fatte ben prima, non ora.

Si è già dimenticato che sarebbe esistita anche la possibilità di riaprire il pronto soccorso pur mantenendo l’ospedale pubblico attraverso il riconoscimento d’ospedale d’area disagiata? Si è già dimenticato che la mozione a riguardo era stata bocciata dalla maggioranza in Regione perché più interessata alla privatizzazione?».

Il PD cairese ricorda che, a favore del riconoscimento, erano state raccolte delle firme, ben 18000: «Ecco, questa potrebbe essere la strada alternativa alla privatizzazione che potrebbe essere riproposta a tutela del nostro ospedale.

Purtroppo per anni l’assessore alla sanità Viale è venuta a Cairo a raccontarci che privatizzare sarebbe stato l’unico modo per riaprire l’ospedale di Cairo. Peccato che l’amministrazione cairese non solo ci ha creduto ma l’ha anche appoggiata e purtroppo questi sono i risultati».

Il riconoscimento potrebbe effettivamente rappresentare una soluzione ma si tratta comunque di una questione complessa e molto delicata che difficilmente potrà trovare uno sbocco condiviso, tenuto conto che era stata proprio la giunta regionale di sinistra a declassare il Pronto Soccorso a Punto di Primo Intervento.

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