Confesercenti: “A rischio i negozi di vicinato, bene economico e sociale”
Ovada. «È crollo delle vendite al dettaglio ad aprile: dopo la discesa repentina di marzo, arriva il crollo ancor più grave di aprile».
Così Confesercenti commenta i dati sulle vendite al dettaglio diffusi da Istat.
«Per alcuni prodotti, in particolare l’abbigliamento e le calzature, con aprile si palesa la perdita dell’intera stagione primavera-estate, mentre si verificano anche forti accumuli di scorte. – dicono Manuela Ulandi e Michela Mandrino di Confesercenti provinciale – C’è una netta divaricazione tra i prodotti alimentari e non, con i primi che registrano un segno positivo tendenziale ed i secondi uno fortemente negativo. Le vendite di generi alimentari si sono mantenute positive, i pasti in casa hanno sostituito quelli fuori, guadagnando di fatto quote di mercato di bar e ristoranti.
I negozi di vicinato ad aprile hanno segnato un calo nettissimo delle vendite del 37% mentre la grande distribuzione registra un segno negativo più contenuto.
È a rischio la tenuta del tessuto di esercizi di vicinato, un valore economico e sociale. Perciò chiediamo un piano di rilancio per il commercio di prossimità. Servono strumenti su misura per gli esercizi di quartiere – ad esempio detrazioni ad hoc per questa tipologia di attività – ed un intervento significativo sulla web tax per favorire un riequilibrio della concorrenza tra i canali distributivi.
Il tutto in un quadro più ampio di recupero e rilancio della vivibilità e di freno alla desertificazione di centri storici e periferie.
Stanno per partire gli Stati Generali, allora occorre favorire la formazione degli imprenditori e la modernizzazione della rete, dalla creazione di piattaforme online indipendenti che permettano alle imprese di vicinato di ricevere prenotazioni ed effettuare vendite senza costi aggiuntivi ad incentivi più sostanziosi e diffusi per la moneta elettronica.
Bisogna poi cambiare passo sulla burocrazia, accelerando e semplificando le procedure: la liquidità e gli stanziamenti a fondo perduto per le pmi devono avere disponibilità immediata, insieme all’estensione degli ammortizzatori sociali e dei periodi di cassa integrazione».