L’assessore regionale Icardi e il progetto ‘Covi a casa’: “Prima si avviano le cure e più facili sono le guarigioni”
Ovada. L’assessore regionale alla Sanità Icardi ha condiviso con i colleghi delle altre regioni il modello di presa in carico precoce dei pazienti affetti da sospetta infezione Covid-19 sperimentato nell’Asl di Alessandria e partito proprio dal Distretto sanitario Ovada-Acqui.
Dal 18 marzo alla fine di aprile, il Distretto sanitario Acqui-Ovada (direttore Claudio Sasso) dell’Asl-Al ha preso in carico, e seguito a casa, 340 pazienti, con una forte riduzione dei ricoveri, in controtendenza dunque con i dati della provincia alessandrina, tra le più colpite della regione. Su 340 pazienti, infatti, si sono registrati 22 ricoveri e 9 decessi, numeri molto inferiori alle attese in base ai dati epidemiologici.
«Il messaggio emerso dal progetto, coordinato dai dottori Paola Varese e Claudio Sasso e denominato “Covi a casa”, è forte e chiaro. Più precocemente si avviano le cure, maggiori sono le probabilità di guarigione. È il territorio il vero campo di battaglia contro il virus. I medici di medicina generale hanno dimostrato di essere strategici e forza proattiva nell’intercettazione precoce dei malati, a prescindere dall’esecuzione dei tamponi.
Clinica, esami ematici domiciliari e elettrocardiogramma sono stati sufficienti per identificare i malati, selezionarli per profili di rischio e avviare precocemente un trattamento farmacologico articolato che ha avuto successo» – ribadisce l’assessore Icardi.
L’assessore rileva poi che “Covi a casa”, «non è stato un ripiego perché gli ospedali erano pieni ma una precisa scelta strategica organizzativa».