Carcare – La notizia di tre multe per eccesso di velocità “raccolte” sulla sp29 del Colle di Cadibona da un’infermiera impegnata nell’emergenza Covid ha sollevato numerose polemiche. Il consigliere regionale Andrea Melis (M5S) ha colto l’occasione per una domanda: “siamo sicuri che l’installazione di dispositivi per il rilevamento della velocità sulle strade provinciali savonesi sia realmente dovuto a motivi di sicurezza e non, come invece temo, per fare cassa?”.
Due i temi sul tavolo: il primo è la chiarezza della segnaletica (l’infermiera ha infatti raccontato di aver preso tutte sanzioni con velocità tra i 63 e i 68 km/h perchè non consapevole che in quel tratto il limite scendesse da 70 a 60 km/h), il secondo la collocazione dei dispositivi e la loro reale necessità ed efficacia in alcune strade provinciali.
In molti pensano che i dispositivi siano in effetti collocati in tratte non pericolose. “Stando ai dati dell’Ufficio Statistico – spiega Melis – sulle provinciali in questione (la Sp del Colle di Cadibona, nel tratto savonese e di Altare; la Sp28 bis nel comune di Cosseria; la Sp42 che collega San Giuseppe e Cengio; la Sp6 Albenga-Villanova) solamente un incidente su 101 sarebbe avvenuto davanti all’occhio elettronico. Una casistica pari dunque allo 0,99%”.
Ora l’episodio delle multe all’infermiera riporta il tema di attualità: “Pur capendo la doverosa necessità di far rispettare il codice della strada, va a mio avviso rivista la strategia dei dispositivi – sostiene Melis – E va soprattutto attenzionata la segnaletica: nella tratta specifica della Sp29, da Savona in direzione Cadibona, è assolutamente insufficiente. Ragion per cui ho scritto una lettera alla Provincia e al Prefetto per chiedere che sia installata segnaletica orizzontale ben visibile nelle immediate zone di presenza, contrariamente agli attuali segnali piccoli e nascosti dalla boscaglia”.