Cresciuti i danni all’agricoltura nell’Astigiano causati da fauna selvatica
Nei primi 5 mesi del 2020 i danni all’agricoltura causati nell’Astigiano da fauna selvatica sono cresciuti del 50% rispetto al 2019. La denuncia arriva dalla Cia di Asti: “Ogni giorno riceviamo decine segnalazioni di caprioli che devastano vigne e di cinghiali che distruggono campi di mais – dichiara Marco Pippione, direttore della Cia – i numeri confermano che il problema è serio e richiede interventi rapidi”.
La Cia ha analizzato i dati dell’ATC – Ambito Territoriale di Caccia della Provincia di Asti – l’ente che per conto della Regione gestisce la fauna selvatica (prelievi e immissioni) e risarcisce i danni provocati dagli animali selvatici.
L’anno scorso gli agricoltori si sono visti riconoscere indennizzi per circa 219 mila euro, di cui 121 mila euro per danni procurati dai cinghiali e 55 mila euro per danni dai caprioli; nel primo semestre i danni periziati ammontavano a 29 mila euro mentre all’inizio di questo mese di maggio la somma era già salita a 43 mila euro “parliamo di cifre poco più che simboliche – commenta Pippione – in quanto vengono ripagate solo in minima le ore effettive di lavoro impiegate per la semina o per l’allevamento delle piante e delle viti”.
I dati focalizzano meglio il problema anche a livello di territorio. Il Nord Astigiano è più colpito dalle scorribande dei cinghiali. Lo confermano i dati dell’ultima stagione venatoria che ha registrato 1.689 abbattimenti, di cui 1.111 a nord del capoluogo (il doppio dell’anno scorso) e 578 a sud. “Negli ultimi due mesi – prosegue Pippione – con il blocco degli spostamenti e delle attività non strettamente necessarie, tra cui la caccia di selezione, il problema è cresciuto in modo esponenziale”.
Il problema dei caprioli è invece molto più rilevante nel Sud dell’Astigiano dove gli ungulati, nella quiete del lockdown, hanno fatto scorpacciate di germogli della vite.