Quest’anno la 54ª Giornata delle Comunicazioni Sociali, cade nella domenica 24 maggio in cui la Chiesa celebra la Solennità dell’Ascensione del Signore.
Una data che per l’Italia segna un momento di gioia e di speranza, perché dopo due mesi e mezzo di sospensione delle messe con la partecipazione dei fedeli, finalmente le nostre chiese vedranno nuovamente la presenza del Santo popolo di Dio nell’assemblea domenicale.
Contingentato, distanziato, igienizzato, ma finalmente presente, per celebrare l’incontro con il Risorto.
Il Santo padre Francesco ci ha consegnato per questa Giornata delle Comunicazioni un messaggio stupendo, ricco di spunti che illuminano i giorni delle misure di confinamento che l’Italia e il mondo intero hanno vissuto e stanno ancora vivendo. Con milioni di persone chiuse in casa, per più di due mesi, i mezzi di comunicazione hanno svolto il servizio importantissimo di informare continuamente i cittadini su quello che stava avvenendo e dare preziose indicazioni per vivere questa situazione inedita per tutti.
Il Papa dedica il suo messaggio al tema della narrazione che, come scrive lui stesso, ci aiuta a respirare la verità delle storie buone: storie che edificano e non distruggono, storie che ci aiutano a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Raccontare la vita delle persone, che nel silenzio e lontano dai riflettori, seminano ogni giorno speranza e gesti di donazione per il bene degli altri. Di questo abbiamo bisogno.
Scorrendo le pagine dei nostri giornali diocesani in queste dieci settimane ho trovato realizzate le parole del Papa. La cronaca, la descrizione dei fatti e le notizie anche pesanti della situazione sanitaria con lutti e sofferenze, non hanno oscurato il racconto di pagine intere di storie di bontà, solidarietà e generosità che ovunque si sono manifestate nei nostri paesi e città. Parrocchie, associazioni, gruppi di volontariato hanno messo in campo realtà anche originali che solo l’amore sa inventare per stare vicini a chi soffre e ha bisogno.
Narrare il bello, il bene, l’amore che vince l’egoismo è tante volte andare controcorrente in un mondo che cerca di propagandare l’esatto contrario. Questa pandemia ha sconvolto i nostri piani, i nostri progetti, e ci ha fatto toccare con mano quanto siamo fragili e indifesi nonostante la nostra pretesa autosufficienza e ha creato crisi economiche e relazionali da cui si uscirà solo se tutti ci aiuteremo e ognuno farà la sua parte.
Quanto mai è importante che i mezzi di comunicazione sociale si facciano interpreti di un messaggio di speranza e di rinnovata solidarietà tra tutti.
Il ringraziamento va ai giornalisti e a tutti i responsabili delle comunicazioni per quello che hanno fatto e per quello che potranno fare in questa prospettiva che ci consegna Papa Francesco.
“Fare memoria dell’Amore che ci ha creati e salvati, immettere amore nelle nostre storie quotidiane, intessere di misericordia le trame dei nostri giorni; se facciamo questo allora voltiamo pagina”.
Le misure di contenimento per evitare il diffondersi dell’epidemia nei prossimi mesi ci obbligheranno a vivere relazioni diverse per evitare il contagio, ma non dobbiamo aver paura della contagiosità dell’amore e del bene che ci aiuta a crescere personalmente comunitariamente e i nostri mezzi di comunicazione possono davvero aiutarci in questo cammino.
Mons. Gianni Sacchi, vescovo di Casale Monferrato, delegato Cep per le Comunicazioni sociali