Genova. Il decreto emesso lunedì 13 aprile da Toti prevede che si possano coltivare i propri orti anche se non limitrofi o prossimi all’abitazione.
Il decreto è stato accolto con un sospiro di sollievo dai molti valbormidesi proprietari di orti o di piccoli appezzamenti di terreno che stavano assistendo impotenti al trascorrere della stagione utile per la semina degli ortaggi che, per molti, rappresenta la possibilità di risparmiare sui costi della spesa, mangiare prodotti biologici, e godere di una attività simbolo di benessere, energia e contatto con la natura.
il consigliere regionale Andrea Melis del Movimento 5Stelle ha però sollevato una forte preoccupazione che ritiene possa essere condivisa dalle amministrazioni locali: “Ci sembra che la possibilità offerta dal decreto regionale che autorizza la coltivazione di appezzamenti o allevamenti da parte di agricoltori amatoriali, -dichiara Melis – vada in potenziale contrasto con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 10 aprile 2020, che all’articolo 1 comma a) recita: “resta anche vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanza”, quindi tendenzialmente in altri Comuni”.
“Ora, nel momento in cui dal proprio domicilio o abitazione si voglia andare nel proprio orto, secondo il decreto di Regione Liguria, – prosegue Melis – va chiarito e distinto: come e che limiti si intendono, ad esempio, anche fuori dal Comune o dal domicilio dove oggi siamo tenuti a rimanere? Perché se non verrà chiarito adeguatamente questo aspetto, è evidente che sarà sempre più difficile per i Sindaci e le Forze dell’ordine controllare e capire se chi si sta spostando sia realmente autorizzato a farlo e se questo non diventi un modo alternativo per andare nella seconda casa, magari nell’immediato entroterra, e lì rimanervi, generando peraltro un traffico ulteriore che diventa difficile da monitorare“.
La preoccupazione del consigliere pentastellato Melis appare condivisibile, perché, pur essendo l’ordinanza di Toti un’iniziativa attesa e sensata, al contempo può trasformarsi in un boomerang dall’effetto opposto se non adeguatamente circoscritta.
SDV