Dall’EnAIP Piemonte: “Noi ci siamo e continueremo a esserci per gli studenti”

Acqui Terme. Ci scrive l’Enaip Piemonte:

«Le scuole resteranno chiuse fino al 3 aprile. Niente bar, negozi, ristoranti. Niente palestre, cinema, parchi e tutto ciò che è punto di incontro per i ragazzi e non. Siamo costretti, per il bene di tutti, e per senso di responsabilità, a restare a casa e, inutile negarlo, la difficoltà per tutti è grande.

La chiusura delle attività ci ha obbligato in queste settimane a farci molte domande. Abbiamo dovuto trovare risposte adeguate, in fretta. Abbiamo dovuto sperimentare soluzioni creative, ma soprattutto abbiamo dovuto trovare modalità inclusive per tutti gli studenti, per non lasciare indietro nessuno. Come formazione professionale abbiamo risposto con flessibilità e responsabilità a questa situazione. E la tecnologia ci è venuta in aiuto, per il mantenimento di relazioni educative che, altrimenti, avrebbero rischiato di spezzarsi.

I nostri formatori ogni giorno si collegano alle piattaforme on line. Caricano lezioni, esercizi, video. Fanno riunioni con Skype, Teams, WhatsApp con direttori, tutor e coordinatori, e chi più ne ha più ne metta. Rispondono, fino a tarda sera, a decine e decine di messaggi dei loro studenti. Sì, perché questo piccolo virus invisibile ci ha messo tutti alla pari. La distanza tra essere formatore ed essere allievo, si è assottigliata, purtroppo però è aumentata quella fisica. Si parla di lezioni on-line, ma a volte non si tiene conto che ci sono famiglie che non hanno internet, oppure ragazzi con disabilità intellettive che non riescono a fare, da soli, i collegamenti. Ma anche per questo ci siamo inventati soluzioni, che stiamo migliorando di giorno in giorno.

Il Covid19, forse, è l’opportunità per far sì che la formazione professionale possa trasformarsi e fare un salto di qualità verso i ragazzi e verso i bisogni di ciascuno, al fine di essere più inclusiva e performante. Un passaggio tanto delicato quanto complesso, ma imprescindibile.

Dall’altra parte ci sono i ragazzi, e i nostri, spesso additati come quelli più vivaci e svogliati, ancora una volta ci hanno dato una lezione di vita. La scuola, che loro spesso indicano come il peggiore dei “castighi”, e che appena è stata sospesa ha generato in loro la sensazione di essere in vacanza, oggi è diventata ossigeno. Connettersi ogni giorno è un modo per non sentirsi abbandonati e soli. È un modo per ritrovare la quotidianità che è andata in pezzi e che ora è tutta da ricostruire con nuovi schemi, anche se alcune dinamiche, per fortuna, sono rimaste le stesse. In tanti consegnano, con più puntualità di prima, compiti ed esercizi. Alcuni salgono persino in cattedra trovando errori nei materiali caricati dai docenti. Altri ringraziano i loro formatori come non hanno mai fatto. E poi, come sempre, ci sono quelli che ci provano e, appena collegati, mettono subito le mani avanti: “dai prof, che sto per finire i Giga”.

Per non parlare di tutti i nostri studenti adulti, quelli che nel 2020 avevano visto l’anno del riscatto, del cambiamento, e nei nostri corsi l’opportunità per attuarlo. Persone con tanta voglia di rimettersi in gioco, magari in età avanzata, che ora hanno paura di non farcela e ogni giorno litigano con la tecnologia per fare lezione. Qui il lavoro di formatori e tutor è ancora più grande e più profondo.

Storie di nuove quotidianità. Storie di nuovi rapporti. Storie di formazione a distanza ma soprattutto di presenza, sempre e comunque nella vita di chi riteniamo al centro del nostro lavoro, ma soprattutto delle nostre vite.

Noi continueremo a esserci».

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