Ovada. L’Associazione Memoria della Benedicta, il cui presidente è Daniele Borioli, ha inviato un comunicato ufficiale inerente il rinvio della cerimonia a data da destinarsi.
«Carissime e carissimi, purtroppo, la grave emergenza sanitaria che sta investendo l’Italia ci costringe a rinviare le manifestazioni che avevamo programmato, tra il mese di marzo e il mese di aprile, allo scopo di ricordare degnamente, come ogni anno, i nostri Martiri della Benedicta. Vale per la “Serata Benedicta”, che avevamo in programma il 2 aprile all’Associazione “Cultura e Sviluppo”, nel corso della quale avremmo presentato il frutto del lavoro svolto nelle scuole superiori della provincia sul tema della Shoah, che avrebbe dovuto culminare, nel corso di questo mese di marzo, con un viaggio di studio al campo di Mauthausen, nel quale centinaia di partigiani della Benedicta conobbero la morte. Anche quello sospeso.
Non si terrà la presentazione dell’ultimo lavoro di Giampiero Alloisio dedicato al Teatro della Tosse di Genova. Soprattutto, non si terrà la celebrazione ufficiale, che quest’anno avrebbe dovuto tenersi domenica 5 aprile e avere come oratrice ufficiale la Vicepresidente del Senato, Anna Rossomando.
È certamente doloroso non poter ricordare i ragazzi caduti per la nostra libertà nella settimana che ogni anno ci ricollega a quel tragico inizio di aprile del 1944. Ed è ancor più doloroso non sapere ancora, oggi, quando la cerimonia potrà essere svolta.
Tuttavia, accettare questa dura regola è il dovere primario che in questo momento abbiamo il compito di onorare, come gli stessi nostri martiri partigiani ci chiederebbero. Per il bene della nazione e della nostra comunità nazionale tutta, che è stata alla fine la ragione suprema del loro sacrificio. In attesa, fiduciosa, di poter sapere presto che la morsa di questa terribile pandemia si sta allentando, e noi tutti si possa tornare alle normali attività della vita, voglio dedicare, credo interpretando i sentimenti di tutti i componenti il Consiglio Direttivo dell’Associazione e di tutti gli Enti che la compongono, un pensiero riconoscente a tutti quanti oggi sono in prima linea per contrastare la diffusione del contagio, e per curare i malati, in particolare i più fragili.
La loro opera instancabile, in un periodo non semplice, nel quale talvolta abbiamo visto esplodere sentimenti di rancore e di rifiuto, in grado di scuotere alle radici gli stessi fondamenti civili della convivenza democratica, è una luce che si accende per tutti noi.
La speranza che proprio da questo momento di difficoltà estrema possa rinascere quello spirito di coesione e di unione che fu indispensabile per ricostruire l’Italia dopo il ventennio fascista e il disastro della guerra. Dedicare ai ragazzi della Benedicta il lavoro duro portato avanti in questi giorni da migliaia medici, infermieri, militi delle diverse forze dell’ordine, volontari, donne e uomini impegnati nelle istituzioni, è un modo adeguato a sostituire le parole che avremmo voluto poter pronunciare in loro ricordo e in loro onore il prossimo 5 aprile. Un modo per dire loro che l’Italia libera, forte, democratica e generosa che loro avevano sognato, al punto di sacrificare ad essa la loro giovane vita: quell’Italia c’è».