La cimice asiatica, come comportarsi?

Ovada. Al recente incontro all’Istituto Barletti con la Fondazione Agrion si è parlato tra l’altro dei lavori che la stessa Agrion svolge sul territorio regionale per l’agricoltura, con attenzione particolare alla lotta alla cimice asiatica.

All’Istituto di via Pastorino è stata trasmessa una locandina, per informare insegnanti e allievi sulla criticità della cimice e coinvolgerli in un ruolo attivo, per limitare infestazione e danni, sia in agricoltura che nel verde urbano, dovuti all’espandersi di questo insetto.

Ma come comportarsi nei confronti della cimice asiatica, ospite indesiderato? Essa rappresenta un pericolo per tutte le colture, agrarie e non, ed è originaria dell’Estremo Oriente. Non è dannosa per le persone ma fastidiosa se presente in massa nelle abitazioni. Se disturbata o schiacciata, emana un odore assai sgradevole. È un insetto dannoso per molte coltivazioni: mele, pere, pesche, ciliegie, nocciole, kiwi, peperone, soia, mais, ecc.

Si nasconde nelle zone più rparate delle case (cassettoni delle tapparelle, sottotetti, mansarde, ripostigli) per passare l’inverno. In primavera si sposta all’esterno dove sviluppa popolazioni sempre più elevate.

Le cimici con le loro punture di alimentazione sono molto dannose per diverse coltivazioni, tanto da causare la perdita dell’intero raccolto per una stagione. Ma con piccoli accorgimenti, è possibile raggiungere buoni risultati.

Occorre riuscire a debellarle prima del loro risveglio dal “letargo” e della fuoriuscita dalle abitazioni.

Individuate le zone di ricovero, quali cassonetti delle tapparelle, infissi, intercapedini ecc., procedere con la cattura degli insetti, manuale o con l’aiuto di aspiratori con sacchetto.

In ambito domestico, porre le cimici raccolte in un secchio o una bacinella contenente acqua con aggiunta di qualche goccia di sapone liquido per evitarne la fuga, prima dello smaltimento. Le cimici raccolte devono essere eliminate.