Dopo una stagione viticola costellata da luci e ombre, Confagricoltura Asti effettua le prime valutazioni in merito all’annata con particolare riferimento alla vendemmia ancora in corso. Una vendemmia 2019 più “avara” rispetto a quella decisamente più abbondante del 2018, ma comunque ottima dal punto di vista qualitativo, grazie a un clima che, nell’ultima parte della stagione estiva, ha accompagnato e favorito la maturazione delle uve.
Di tutt’altro segno invece l’aspetto quantitativo, che ha visto un’inversione di rotta rispetto al 2018, causata dall’instabilità meteorologica del mese di maggio che, insieme a un abbassamento delle temperature e abbondanti precipitazioni, hanno determinato un rallentamento del ciclo vegetativo della vite. La grandine di metà agosto ha poi contribuito a completare il quadro.
“Siamo di fronte all’ennesima stagione altalenante in termini di produttività – afferma Bruno Rivella, enologo, coordinatore dell’Ufficio Vino di Confagricoltura Asti – un’annata costellata da diverse condizioni atmosferiche avverse che hanno influito sulla quantità, ma che per fortuna non hanno intaccato la qualità del prodotto, che rimane sempre un’eccellenza”. “Le uve a bacca rossa – continua Rivella – stanno entusiasmando particolarmente per la loro qualità e tipologia, in modo particolare la Barbera d’Asti che ha raggiunto un livello di maturazione ottimale nonostante un calo produttivo di circa il 15/20% rispetto all’anno scorso. Stesso discorso per le uve a bacca bianca, i cui tralci hanno subito anch’essi un ritardo della fioritura. Nel complesso, registriamo una maturazione tardiva di circa 10/15 giorni che però ci ha “restituito” una vendemmia più in linea con la tradizione, considerando quelle anticipate cui abbiamo sempre assistito negli ultimi anni”. “Nonostante la grandine di agosto e le forti piogge dell’ultima parte del periodo primaverile – conclude Rivella – possiamo comunque ritenere questa annata soddisfacente”.
“È stata ottima annata in termini qualitativi anche se registriamo un calo produttivo di circa il 15% rispetto allo scorso anno – afferma Giuseppe Valente, viticoltore di Calosso – siamo stati molto fortunati in quanto le piogge che si sono abbattute sulla nostra zona si sono rivelate provvidenziali contribuendo ad un’ottimale maturazione delle uve. Permane un elevato numero di giorni di siccità e durante questa annata abbiamo purtroppo riscontrato un prepotente ritorno del mal dell’esca all’interno dei nostri vigneti”.
Dello stesso avviso anche Andrea Faccio, viticoltore di Agliano Terme, che lamenta anch’egli una recrudescenza di questa malattia: “A differenza della flavescenza dorata il cui effetto è stato contenuto, l’azione distruttiva del mal dell’esca è stata a dir poco devastante”. Faccio comunque spende parole di elogio per questa vendemmia che definisce entusiasmante: “Una vendemmia che ricorderemo a lungo e le condizioni climatiche favorevoli di questi ultimi giorni sono un’ulteriore conferma. Se la quantità ha latitato, l’ottima qualità delle nostre uve rappresenta ormai un dato ineccepibile. Chi ha lavorato bene durante l’anno ed è stato risparmiato dal maltempo ha sicuramente avuto grandi soddisfazioni”.