Risorse del Decreto Emergenza per il trasporto pubblico

trenoMasone. Riceviamo e pubblichiamo:

«A seguito della tragedia del Ponte Morandi sono state stanziate risorse da parte del Governo al fine di garantire maggior servizio di trasporto pubblico, proprio per garantire esigenze di mobilità nell’ottica corretta di favorire gli spostamenti con il mezzo pubblico e ridurre quelli con il mezzo privato.

Ci chiediamo tuttavia a distanza di quasi un anno dalla tragedia se l’uso di queste risorse sia stato corretto, in particolar modo per l’anno corrente, specificatamente per quanto riguarda il servizio ferroviario.

È da rilevare innanzitutto che le scelte di utilizzo non sono state oggetto di un confronto tra i comitati pendolari interessati dalla zona del crollo.

Infatti nessun tavolo tecnico con i comitati avente ad oggetto l’utilizzo delle risorse è stato convocato; riteniamo non sia stato corretto da parte della Regione non valutare con gli utenti l’utilizzo di tali risorse in un approccio partecipato.

Se è vero che è stata fatta un’integrazione del servizio è peraltro da notarsi che questa integrazione non ha posto rimedio a “buchi” d’orario storici, ad esempio nel Levante, e si constata che si è avuto l’inserimento di nuovi treni come il reg. 11215 per Quarto dei Mille, di cui continua a non capirsi l’attestazione a Quarto.

L’integrazione del servizio ha inoltre escluso linee ed utenti che erano certamente interessate dal crollo, e che anzi a causa del crollo hanno avuto fortissimi disagi, come la Genova-Acqui Terme e la Genova Busalla: gli utenti di queste linee non hanno avuto alcun miglioramento del servizio, e la richiesta di un cadenzamento orario e effettivo sulla Ge-Acqui continua ad essere disattesa.

Ma i dubbi e le perplessità̀ e le necessità di chiarimenti aumentano nel momento in cui si analizzano i pochi documenti ufficiali quali le interrogazioni o le interpellanze prodotte da diversi Consiglieri Regionali.

Dai dati all’interno di tali documenti emerge che sarebbero stati utilizzati i fondi del Decreto Emergenza per  finanziare la carta Tutto Treno, ovvero, si sarebbero usati fondi arrivati dal Governo per garantire un servizio che da sempre la Regione aveva coperto con fondi propri in situazione di ordinaria amministrazione.

Ma maggiori perplessità̀ emergono analizzando il valore complessivo dei km aggiunti nel 2019 (210.000 km) a fronte di un investimento di 9.850.000 €.

Se la matematica non è un’opinione vorrebbe dire che ciascuno di questi Km aggiuntivi sarebbe costato quasi 47 euro, un costo elevatissimo, oltre ogni stima, anche la più pessimistica.

Come è possibile tutto questo? Quanto è stato fatturato il servizio aggiuntivo? È stato fatturato come servizio “straordinario” e quindi fatto pagare alla Regione un costo superiore all’ordinario?

Comitato Difesa Trasporti Valle Stura ed Orba, Pendolari Savona-Genova, Comitato delle Cinque Terre e WWF Italia–Liguria chiedono chiarezza sull’utilizzo delle risorse del Decreto emergenza, e chiedono che vi sia condivisione e trasparenza sulle scelte».

Comitato Difesa Trasporti Valle Stura ed Orba, Pendolari Savona-Genova, Comitato delle Cinque Terre e WWF Italia–Liguria

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