Lorenza Russo illustrerà il suo “Itinerario fra Erro e Bormida”

Lorenza Russo illustrerà il suo "Itinerario fra Erro e Bormida"Sabato 11 maggio alle ore 17,30, nelle Salette di Via Buffa a Cairo Montenotte per gli appuntamenti dell’Accademia Bormioli. Ingresso libero.

APPROFONDIMENTO

Lorenza Russo è un’indomita lombardovenetafrancese, e ligure di adozione, che visita tutti gli angoli del territorio, fruga nella memoria dei paesi, fotografa gli scorci più suggestivi, coglie momenti irripetibili e pubblica volumetti, invitanti e leggeri libri illustrati da belle foto, arricchiti da testi sciolti e ricchi di spunti e notizie.

Due anni fa aveva presentato un tascabile: “Ti porto in Val Bormida”.Ora arriva con ottanta pagine sulla “Landa d’autunno”. Sottotitolo: “Strade solitarie tra Erro e Bormida”. Tratta un’ampia zona, un poligono ideale fra Cairo Montenotte, Sassello, Acqui Terme e Cortemilia, con Spigno Monferrato al centro, un territorio percorso, visitato e vissuto dall’infaticabile escursionista-autrice Lorenza Russo.

Nel Prambolo spiega l’Autrice: «Un mare di colline mi attrae tra le sue onde verdi che sbattono su rocce pur-puree e calanchi vetrosi. Come gabbiani bianchissimi, minuscole chiese si appoggiano sulle alture, visibili da lontano e segnano uno dei tanti orizzonti di una landa solitaria bagnata da fiumi e torrenti in discesa verso la pianura.

Per questo mondo di mezzo, dove l’Appennino abbozza le sue prime forme, non ho un nome. O meglio, ne ho tanti, Bormida di Millesimo, Bormida di Spigno, Alto Monferrato, Alta Langa, valle dell’Erro… C’è sempre stato? Anche gli scorsi anni? Non ne sono così sicura, perché me ne sono accorta solo da poco, affacciandomi oltre il bordo della provincia di Savona, nella quale vivo. Mi ha stupito, calmato, sedotto e rigenerato. Si è materializzato, come d’incanto si è disegnato sull’atlante che tengo sempre in auto. Eccolo, compreso tra le ultime Bormide e i prati lunghi della Badia di Tiglieto. Il Bei-gua e le sue balze boscose lo separano dal mare. Quante stradine, spesso bianche, sterrate… A parte due provinciali importanti, è una ragnatela di percorsi minori. I paesi, quelli scritti in grassetto, sono Monesiglio, Cortemilia, Bistagno, Sassello, Spigno, per il resto mi sembrano posti così piccoli che un nome non ci sta. Dal vertice di questo triangolo, Acqui Terme emana vapori bollenti e sulfurei.

Stasera sono a casa, dalla costa soffia una libecciata violenta e l’aria, anche qui nell’entroterra, è salmastra. Meraviglie del Finalese, stare in campagna sentendo il profumo del mare, passare dalla sabbia ai boschi bui di lecci in un attimo. Sì, è un posto meraviglioso, il più bel nido che io abbia mai avuto.

Però riguardo le foto fatte durante il giorno, in un’esplorazione da Sassello, e mi prende una malìa per quelle terre cui non voglio resistere. Sento che quei posti mi mancano già e come sirene suadenti mi inducono a tornare. A tornarci presto. L’indomani, alle otto, sono già in macchina.»

Nell’indice fanno capolino anche i nomi di alcuni dei centri più piccoli, una quarantina, scoperti e visitati, descritti o accennati da Lorenza. «Da Sassello a Cartosio. (…) Ponzone, Cavatore e gli altri. Sulla cresta dei campanili, tra gli affreschi del “Muto” e la vista delle Alpi . Dal Giovo a Pontinvrea e poi a Mioglia. (…) Da Mioglia a Roboaro e a Malvicino, le chiese rosa e i boschi dorati. Discesa in Valle Erro fino a Melazzo tra conti, vescovi e mercanti. Da Castelletto d’Erro a Pareto, sulla cresta dei calanchi. Discesa a Piana Crixia tra onde di prato. Dal Todocco a Roccaverano tra nebbie e vino. Ingresso solenne a Monastero Bormida, poi chiese barocche, affreschi tardogotici, scrittori e aironi cinerini lungo il fiume. Due passi a Spigno, la panchina pop di Merana e la ricerca di Montaldo. Serole, Cortemilia, le nocciole rotonde e la selvaggia valle Uzzone. La cresta di pietra di Bergolo e Levice. L’altissimo castello di Prunetto e la minuscola Gottasecca. Visita a Monesiglio e ultima esplorazione a Perletto.» Per il resto, rimandiamo al bel volumetto.

Lo.Ch.

 

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