Si lavora per un Geoparco Unesco nell’Astigiano e nell’Alessandrino

Canelli. Un territorio straordinario che punta a essere incluso tra i Geoparchi Unesco italiani (finora dieci, di cui uno – Val Grande Sesia – in Piemonte), i cui paesaggi vengono gestiti secondo un concetto olistico di protezione, sviluppo sostenibile ed educazione, coinvolgendo le comunità locali.

Un’altra carta, per l’Astigiano e il Monferrato, da giocare sotto il profilo economico e turistico. Si parte da un patrimonio che pochi possono vantare: “Nel territorio del Distretto – ha spiegato Miroglio – abbiamo già identificato oltre 200 punti con presenza di reperti fossili”. Guardando ai geositi, nell’ambito dell’inventario nazionale promosso da Ispra, quelli più rappresentativi si ritrovano a Valle Botto, Valle Andona, Vinchio, Castello d’Annone, Capriglio, Cortiglione.

“Sono anche i siti visivamente più apprezzabili”, la sottolineatura di Andrea Camarlinghi, che per Corintea ha prestato assistenza per la costituzione del Distretto Paleontologico (2017).

Buone notizie anche per il sito “Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”: presto il territorio sarà più facilmente identificabile e raggiungibile grazie ai 650 cartelli, finanziati dalla Regione, che saranno posizionati a partire dalle uscite delle autostrade. “E attraverso l’accordo con l’Enel, a costo zero per noi, cominceranno a funzionare 64 punti di ricarica per le auto elettriche” ha annunciato Roberto Cerrato, direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.

Al centro dell’attenzione la positiva esperienza maturata dal 50° sito italiano, “Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”, e le potenzialità ancora da cogliere per proseguire nella valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e ambientale. Proprio collegandosi a quest’ultimo aspetto, Miroglio ha informato che “si è già iniziato a lavorare sulla candidatura del Geoparco Unesco comprendente i territori dell’Astigiano e dell’Alessandrino facenti parte del Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato. E’ un paesaggio ricco di testimonianze fossili sul Mare Padano, ma anche di reperti di mammiferi di terra (Nord Astigiano-Villafranchiano)”.

Forti dell’esperienza maturata, i rappresentanti Unesco (Maria Paola Azzario Chiesa, Alberto Maffiotti) chiedono alle istituzioni di essere maggiormente considerati, mentre Enrico Ercole (Club Unesco Asti) plaude “al coraggio della Regione per aver voluto promuovere sui nostri territori un Distretto culturale dopo aver puntato su quelli economici e sanitari”.

L’annuncio di Miroglio al convegno ospitato sabato 23 febbraio al Museo Paleontologico.

L’Astigiano si prepara a una nuova sfida: “Lavoriamo per avere pronta, nel 2020, la candidatura a Geoparco mondiale dell’Unesco” ha annunciato sabato scorso Gianfranco Miroglio, presidente del Parco Paleontologico Astigiano. Occasione per parlarne il convegno itinerante “Riconosci l’Unesco in Piemonte” promosso al Museo dei fossili, con il patrocinio del Consiglio regionale, dal Centro per l’Unesco di Torino e i Club di Asti, Canelli, Vignale, Alba, La Morra.

La Regione intanto, approvata la legge sulla cultura, si prepara ad attivare il gruppo di lavoro “in cui saranno esaminate – ha chiarito Angela Motta, vicepresidente del Consiglio – nuove proposte di candidature Unesco, oltre a idee e progetti per i siti già riconosciuti. Quello dei Paesaggi vitivinicoli ha già fatto crescere moltissimo i territori, per esempio quelli di Nizza e Canelli”.

La nuova legge ha registrato il plauso di Marco Devecchi (Osservatorio del paesaggio).

Sotto il profilo della gestione, nei siti Unesco si può ancora migliorare: “La cosa più difficile – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero – è trovare coerenza in tutte le linee programmatiche: se si sta dentro a un sito Unesco, non si fa il contrario di quello che si deve. Negli ultimi due anni la Regione ha deciso di togliere l’aiuto economico a chi non rispetta le modalità di impianto dei vigneti”.

 

Dal sindaco di Asti, Maurizio Rasero, l’assicurazione che “il Comune sostiene l’esperienza Unesco insieme alla Provincia e alla Fondazione CRAsti. Siamo accanto a voi e alla Regione, indispensabile per quanto portato avanti e ottenuto finora”.

Chiusa la giornata astigiana, ricca di progettualità, il convegno itinerante toccherà prossimamente Torino (11 marzo) e Barge (30 marzo).

 

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