L’indizione di un bando per la fornitura, avvenuta contemporaneamente alla scadenza del brevetto del farmaco “originatore” e all’immissione sul mercato del biosimilare, ha consentito una riduzione del 65% del costo sostenuto dalle regioni e un risparmio di oltre 31 milioni di euro.
“Si tratta di un fatto storico, è la prima volta che in Italia più regioni si accordano per effettuare una gara di tali proporzioni, ed è anche la dimostrazione che sulla farmaceutica ci sono ancora molti margini per ottenere risorse da reinvestire nel sistema sanitario – sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni -. È un’esperienza che abbiamo portato avanti in questi anni come Giunta Chiamparino e che ora mettiamo a disposizione di tutte le Regioni: uniamoci per fare gare d’appalto comuni”
Sono 111.929 le fiale messe a gara: l’importo unitario è sceso dai 424,32 euro pagati inizialmente ai 298 euro della base d’asta, fino ai 146,72 euro del prezzo dell’effettiva aggiudicazione, grazie all’ulteriore ribasso avvenuto. Il costo per le regioni è così sceso dai 47,5 milioni di euro spesi prima della gara agli attuali 16,4 milioni di euro.
Lo scorso anno l’assessore Saitta aveva scritto agli assessori regionali alla Sanità, proponendo l’avvio di gare uniche per la fornitura di medicinali per incentivare la concorrenza e ottenere consistenti riduzioni sui costi. La gara appena conclusa è il primo risultato di questa forma di collaborazione.
Nei prossimi mesi dovrebbero infatti essere immessi sul mercato nuovi farmaci biosimilari del bevacizumab e del teraparatide, medicinali per cui a livello nazionale le Regioni spendono rispettivamente 155 e 85,4 milioni di euro all’anno.