Ponte Morandi, Salvatore (M5S): “Da Toti ultimatum inaccettabile al Governo…”
Intervento di Alice Salvatore, portavoce MoVimento 5 Stelle Liguria.
«Non è accettabile l’ultimatum che Toti si permette di dare al governo, evocando (o, peggio, minacciando) una possibile “pioggia di ricorsi” se solo qualcuno oserà mettere in dubbio il suo ruolo di commissario. Che è – è bene ricordarlo – sotto la piena e completa giurisdizione del Governo, che lo ha nominato per questo importante compito, a cui Toti risponde e alle cui linee guida dovrebbe attenersi, senza tracimare al di fuori delle sue competenze, come purtroppo avviene ormai quotidianamente.
Ricordiamo a tutti che esistono due ruoli differenti: il commissario all’EMERGENZA e il commissario alla RICOSTRUZIONE. Il perché Toti faccia finta di essere anche commissario alla ricostruzione non è chiaro. Ma sta perdendo tempo e sta facendo perdere tempo prezioso a Genova: ora deve occuparsi dell’emergenza. E se, come probabile, sarà nominata un’altra figura come commissario alla ricostruzione – infatti è cosa sana che siano soggetti diversi, in modo anche da potersi confrontare e controllare a vicenda – Toti, da presidente di Regione dovrà semplicemente fare il presidente di Regione, e lavorare per il bene della popolazione ligure senza anatemi risentiti. Senza abbaiare minacce di ricorsi o ritorsioni istituzionali: vuol farci credere che se il governo nominerà qualcun altro allora lui pesterà i piedi e non collaborerà più? Stiamo scherzando, vero? Qui non si tratta di aggiudicarsi una nomina o una poltrona da esibire in passerella, ma di assumere gravi responsabilità per risollevare un territorio colpito da una tragedia immane.
Toti sembra essere a tutti gli effetti una mina vagante che risponde esclusivamente a comitati d’affari, a logiche personali e personalistiche. A tutti e a tutto meno che al Governo cui deve rispondere e che lo sta aiutando, e agli interessi del territorio dove i cittadini chiedono con forza discontinuità rispetto ai responsabili della tragedia e rapide soluzioni per i 560 sfollati, per una viabilità alternativa che risollevi una città allo stremo e consenta alle attività economiche di riprendersi al più presto. Chi si occuperà della ricostruzione non può e non deve essere chi è responsabile – direttamente o indirettamente – del crollo, né tantomeno chi è indagato dalla Procura. Sia per il rispetto dovuto a chi in quella tragedia ha perso tutto, sia a tutela e a garanzia di Genova e dei genovesi.
Scene come quella di venerdì scorso, con il modellino del ponte rotto al tocco delle mani dell’Ad di Società Autostrade Castellucci – indagato dalla Procura di Genova per omicidio plurimo e colposo – tra le risate ilari dei presenti, tra cui lo stesso Toti, sono l’ennesimo schiaffo a una città ferita che sta cercando faticosamente di rialzarsi. Genova chiede (anzi, pretende) rispetto, tempi rapidi, legalità ed efficienza. Se Toti non perdesse tempo a imbastire tristi palcoscenici come quello di venerdì scorso ma si occupasse invece dei suoi compiti di “commissario all’EMERGENZA”, senza fare campagna politica continua, se lavorasse in silenzio e con abnegazione, probabilmente non si verificherebbero ritardi sciocchi e terribili, come quello negli acquisti dei sensori che consentirebbero agli sfollati di recuperare qualcosa al più presto dalle loro abitazioni in zona rossa. Purtroppo sino ad oggi questo comportamento non c’è stato da parte di Toti.
La nota positiva che rimane nei cuori dei cittadini e dei soccorritori è la prontezza e la sensibilità di un Governo vicino, che, per la prima volta forse nella storia di questa città, è venuto sul luogo della tragedia, a poche ore dal crollo, e che ha stanziato in tempi record i primi aiuti economici per uscire dall’emergenza: oltre 33 milioni e mezzo di euro. Una cifra che oggi Toti – proprio su mandato di quel Governo su cui lui inveisce a mezzo stampa – ha la responsabilità di gestire al meglio. Non dovrebbe cercare l’attenzione mediatica per farsi pubblicità, forse per cercare di essere nominato anche commissario alla RICOSTRUZIONE (altra figura, lo ripeto, che avrebbe responsabilità di gestione economiche anche più grandi, e non vogliamo credere che questo sia il motivo di tanta ansia), ma dovrebbe semplicemente lavorare, appunto con abnegazione: è di questo che abbiamo bisogno».