Ovada. Martedì 12 giugno, a Palazzo Delfino, si è svolto un incontro tra alcuni sindaci della zona (Paolo Lantero per Ovada, Mauro Beretta di Cremolino e Andrea Barisone di Molare) ed i massimi dirigenti dell’Agenzia delle Entrate.
Oggetto dell’incontro il futuro dello sportello dell’Agenzia presente nei locali del Palazzo Comunale, in forza di una convenzione che scade il 30 giugno.
I sindaci dell’Ovadese hanno rappresentato al dott. Sanzò (direttore regionale), al dott. Giglio (direttore provinciale) ed agli altri partecipanti, “da una parte la gratitudine per aver deciso di visitare il territorio ovadese prima di prendere una decisione; dall’altra l’intima e ferma convinzione che la nostra zona non può permettersi di perdere altri servizi, rivendicando per Ovada e l’Ovadese pari dignità rispetto alle altre realtà territoriali”.
A fronte delle difficoltà organizzative illustrate dagli esponenti dell’Agenzia delle Entrate, il sindaco Lantero ha offerto (gratuitamente) la disponibilità di ulteriori spazi nel Palazzo Comunale, per consentire il trasferimento ad Ovada di un intero gruppo di lavoro.
“Una proposta seria e concreta, che testimonia la volontà di mantenere un servizio (utile a tutti ma in particolare ai soggetti più deboli) ritenuto fondamentale anche per lo sviluppo di un territorio che purtroppo sta diventando sempre più periferico.
Non è possibile accettare supinamente un progressivo impoverimento della rete di servizi presente sul nostro territorio. Lo affermiamo con forza, non tanto per la velleità di difendere un privilegio ma perché abbiamo il dovere di tutelare i diritti dei nostri cittadini.
Fin d’ora ci dichiariamo pronti, come sindaci dell’Ovadese, ad organizzare forme di protesta se dovesse verificarsi la chiusura dello sportello ovadese, tanto più visto che ciò avverrebbe nonostante la generosa offerta di spazi ulteriori.
La nostra preoccupazione e il nostro grido d’allarme devono essere ascoltati in particolare dalla politica regionale e nazionale.
Chiediamo con forza che lo sportello ovadese non venga chiuso. Accetteremo un periodo transitorio di ridimensionamento, in attesa di soluzioni che garantiscano la tutela di un territorio vasto ed economicamente vivace, che deve poter vantare diritti pari agli altri territori della provincia”.