Vigneti e autorizzazioni di reimpianto: cosa cambia
Acqui Terme. Cambiano alcuni aspetti del decreto entrato in vigore nel 2016 (fino al 31 dicembre 2030), relativo al sistema di autorizzazioni per impianti viticoli che ha modificato la geografia dello scenario viticolo della provincia di Alessandria.
Il sistema dei “diritti di impianto e reimpianto” (regolato da normative europee), permette il rilascio di autorizzazioni per l’impianto di nuovi vigneti, per i reimpianti e per convertire ed utilizzare i ‘vecchi’ diritti di reimpianto in possesso dei produttori. Si tratta di uno strumento di politica comunitaria attivato per mantenere in equilibrio domanda e offerta di vino europea.
La provincia di Alessandria ha trasferito circa 738 ettari di vigneto, 400 dei quali destinati fuori dal Piemonte e 338 rimasti all’interno della nostra regione. La nostra provincia è stata fortemente coinvolta nella cessione dei diritti ed è quella che ha perso, in Piemonte, il maggior numero di ettari vitati nella fase di cessione dei diritti. I territori fuori regione, più “forti” ed organizzati, che hanno acquisito parte dei diritti alessandrini e che godono di una situazione molto favorevole per la viticoltura sono, in particolare, Veneto e Lombardia.
Con la modifica del decreto ministeriale (15 dicembre 2015 n. 12272) è ritenuto necessario, ai fini del miglioramento della competitività del settore nell’ambito delle singole regioni, garantire un coerente incremento del relativo potenziale regionale. Fino ad oggi, un’azienda di un’altra regione con un regolare contratto di affitto poteva condurre e successivamente estirpare un vigneto generando in tal modo un’autorizzazione di reimpianto (che poteva essere trasferita nella regione di riferimento). Con l’entrata in vigore della modifica del decreto (comma 5 che aggiunge la specifica all’art. 10), “l’estirpazione dei vigneti effettuata prima dello scadere dei sei anni dalla data di registrazione dell’atto di conduzione, non dà origine ad autorizzazioni di reimpianto in una regione differente da quella in cui è avvenuto l’estirpo”.
Spiega Franco Piana, responsabile Sviluppo Impresa Cia Alessandria: “Con questa modifica si obbliga le aziende extra-territoriali a condurre i vigneti siti nella regione Piemonte, o in altre regioni, per almeno sei anni. Solo al decorrere di questo tempo sarà possibile trasferire le autorizzazioni all’impianto. Non dimentichiamo che la provincia di Alessandria vitivinicola ha perso centinaia di ettari in funzione degli equilibri di mercato; l’auspicio è che si possano attuare politiche concertate tra le aziende e gli Enti preposti al fine di risollevare le potenzialità reali di alcune aree viticole e di limitare il trasferimento delle autorizzazioni in altre regioni”.
Commenta Carlo Ricagni, direttore provinciale Cia: “La Cia di Alessandria accoglie con favore la modifica del decreto ministeriale, modifica che aveva fortemente voluto al fine di difendere il patrimonio vitato della nostra provincia che, come si è visto, è stato pesantemente intaccato”.