Una interessante biografia, Don Franco Peradotto prete giornalista
Pier Giuseppe Accornero ha curato il volume “Franco Peradotto prete giornalista e il suo tempo. Un cuore grande così”, Effatà, Cantalupa (Torino), pp. 541,2018.
Don Franco Peradotto (1928-2010), prete giornalista, per molti amico e maestro di vita, di fede, di giornalismo.
Canavesano puro sangue nato a Cuorgné, sacerdote dal 1951, si prodiga con entusiasmo per la comunità umana e cristiana; serve con impegno la Chiesa e la Città; è un «ponte» tra il Duomo e il Municipio, fra la Chiesa e la società, tra i cattolici e i laici. Collabora con cinque arcivescovi di Torino: Maurilio Fossati, Michele Pellegrino, Anastasio Alberto Ballestrero, Giovanni Saldarini, Severino Poletto. Mansioni sempre più impegnative: viceparroco a Moncalieri e poi a Torino alla “Speranza”; assistente e delegato dell’Azione Cattolica; giornalista professionista e responsabile della redazione piemontese de “L’Italia” (e poi “Avvenire”), collaboratore de “Il nostro tempo” e di testate nazionali e locali, direttore de “La Voce del Popolo”; vicario episcopale per i movimenti laicali, la famiglia e le comunicazioni sociali; vicario generale, moderatore della Curia, provicario generale; rettore del santuario della Consolata e “civis taurinensis”.
È tra i padri fondatori e secondo presidente della Federazione italiana settimanali cattolici; animatore del Centro orientamento pastorale; collaboratore della Conferenza episcopale italiana. Porta la Parola di Dio nelle balere della Liguria e dell’Emilia Romagna, tra i missionari in Kenya e i preeti “fidei donum” in America Latina, nelle missioni popolari e a migliaia di catechisti in piazza San Pietro a Roma. “Ambasciatore” del Vaticano II, gira la Penisola per diffonderne la mentalità, i messaggi, i documenti. Dialoga nelle parrocchie, nelle sezioni politiche e sindacali, nei circoli borghesi, con i laici, i comunisti, i non credenti, con Giovanni Agnelli e Diego Novelli, con Vittorio Bachelet e Oscar Luigi Scalfaro, con Carlo Casalegno e Carlo Donat-Cattin. La sua prospettiva non è la cattedra ma il giornale, non il libro ma l’azione pastorale. Un protagonista, insomma.
Una biografia singolare perché redatta prevalentemente con i ritagli dei giornali, le rassegne stampa, gli archivi giornalisti. L’autore, prete giornalista torinese, ha fatto la gavetta con don Peradotto e ha imparato da lui – e gli è grato – come decine di altri giovani, poi protagonisti delf informazione e della scuola, della cultura e della narrativa, della politica e del sindacato. Nella Chiesa e nella Città.