Archivi, quelle carte che raccontano la storia
Acqui Terme. L’archivio parrocchiale come grande risorsa per la ricerca. E la figura del Vescovo Giovanni Battista Roero di Pralormo, Pastore di Acqui tra 1727 e 1744, il primo nominato in una città che ha lasciato il Ducato gonzaghesco per entrare, nel 1708, tra i domini sabaudi. Questi i due fuochi di attenzione intorno ai quali il prof. Paolo Cozzo – docente universitario a Torino, specialista nelle disciplina Storia del Cristianesimo e delle Chiese – ha sviluppato la sua relazione, nel pomeriggio di giovedì 19 ottobre, presso il Salone San Guido, in occasione della presentazione del restauro di alcuni registri battesimali della parrocchia della Cattedrale (nello specifico tre Indici, che fanno memoria degli anni tra il 1627 e il 1760).
Del dottor Walter Baglietto, a nome dell’Archivio, e di don Paolino Siri, a rappresentare S.E. Pier Giorgio Micchiardi, i saluti alla platea (purtroppo non foltissima). Quindi le parole dell’ospite.
Gli archivi locali come “sunto della Storia”
Nell’ambito della cosiddetta “storia dal basso”, che indaga società e vita civile, demografia e statistica, ecco per gli archivi più capillarmente diffusi sul territorio una riscoperta che si può collocare intorno agli anni Settanta e Ottanta del XX secolo. Prima riservati ad una consultazione interna, da parte dei sacerdoti, gli archivi vengono frequentati ora dai laici, da ricercatori locali e professionali, da studenti e appassionati. Una sorta di rivoluzione. Di non minore impatto rispetto al profondo cambiamento culturale che la riforma cattolica, tra Cinque e Seicento impone, con l’istituzione dei seminari e, quindi, di solide “agenzie” di formazione. Le quali consegnano al Ministero sacerdotale elementi assai più preparati non solo sotto il profilo teologico, ma culturale, con lettura e scrittura finalmente patrimonio comune. E veri e propri monumenti sono quelli che i parroci vergano con dovizia estrema (Stati delle Anime, registri di comunione e matrimonio, obituari; ecco poi sacerdoti e confraternite alle prese con la Fabbrica della chiesa e dell’oratorio, con il parallelo allestimento di diversi Libri dei conti) utili, ma sono solo due esempi tra i tanti possibili, ora al Musicologo, che recupera notizie sulle più antica collocazione dell’organo, ora agli Storici dell’Arte, interessati alle tele e ai “freschi”, e alla loro paternità.
Di qui una ulteriore riflessione sulla gestione difficoltosa delle carte negli archivi dei paesi (e sono tanti) in cui in parroco non può oggi risiedere stabilmente, poiché impegnato in più sedi. Comprensibile la “gelosia” di alcune comunità, ma in effetti la scelta più opportuna, quella del trasferimento all’Archivio centrale Vescovile (con riordino dei fondi, e ben più pratica fruizione) si rivela, sempre, la scelta più opportuna.
Un severo riformatore
Quanto alla figura di Giovanni Battista Roero (che nella Diocesi di San Guido subentra al casalese Carlo Gozzani – scomparso nel 1621; la sede è così “vacante” da più di un lustro), ecco un uomo di fiducia dei Savoia, destinato, oltre tutto, a divenire in seguito arcivescovo a Torino. La cui nomina, oltre a significare l’importanza e il prestigio della città d’Acqui, si spiega con il bisogno di imporre alla città sulla Bormida, percorsa da fortissimi conflitti, in particolare tra le famiglie Scati e Roberti e i loro “alleati”, un salutare “ordine”.
Diverse le azioni intraprese dal nuovo Pastore nel suo episcopato (e coloriti gli episodi che ci riferiscono di un clero che assai lasciava desiderare, allora, sotto il profilo morale…: occorre far fronte a scandali e abusi), contraddistinto tanto dalla diffusione della pratica degli esercizi spirituali, quanto da una attività continua nell’ambito della edilizia sacra.
Per saperne di più rimandiamo al web e al sito Treccani del Dizionario Biografico degli Italiani (e alla sua bibliografia), con la voce “Roero Giovanni Battista” elaborata proprio dal prof. Paolo Cozzo nel corso di questo 2017.
Si apprezzerà così che le note biografiche e pastorali che lo riguardano sono naturalmente desunte, per significativa parte, dalle tante fonti disponibili presso l’Archivio Storico Diocesano di Salita Duomo. Un vero e proprio “granaio della Memoria”. Preziosissimo per Acqui e tutto il territorio.
G.Sa