Trisobbio. Il tartufo bianco pregiato (Tuber Magnatum Pico) è il tartufo per eccellenza. Il più pregiato (e costoso) tesoro della terra, anche perché il più difficile da scoprire.
Sono tanti i fattori che ne condizionano (o ne impediscono) lo sviluppo, e tanti i fattori che condizionano l’attività di ricerca del “trifolau”, affascinante, poetica, prima di tutto per i colori ed i profumi tipici del periodo in cui si va alla cerca.
Entrare nel bosco all’alba con la nebbiolina attaccata alle ragnatele, le gocce di rugiada nell’erba, le foglie gialle e rosse di cui l’autunno si veste, già questa è un’emozione sufficiente a giustificare la levataccia e le lunghe camminate.
Poi mettiamoci pure la complessità del ritrovamento e l’azione del cane nella cerca.
Il tartufaio sa in quali luoghi condurre il cane, ma non sa esattamente il punto preciso. È il cane che sa dove andare.
Andare alla ricerca del tartufo bianco è scrivere e vivere ogni giorno un romanzo dal finale sempre incerto. Un’emozione sempre nuova e indescrivibile, che si può spiegare solo provandola.
Ed è questa l’idea alla base di “Una giornata da trifolau”, l’evento che, come prologo alla Fiera Nazionale “Tarsobi, Tartufi e vino” in programma una settimana più tardi, si svolgerà a Trisobbio sabato 14 ottobre.
Il numero massimo dei partecipanti è fissato a quota 20 (per prenotarsi occorre contattare la Pro Loco) e la scelta di limitare l’accesso a così pochi posti è legata al fatto che i presenti, divisi in piccoli gruppi, parteciperanno a quella che sarà a tutti gli effetti non una simulazione, bensì una vera ricerca di tartufi, al seguito di un vero “trifolau” e del suo cane, dall’esito non garantito, nel senso che i tartufi si potrebbero trovare oppure no.
La ricerca sarà effettuata nella tartufaia posta alla periferia di Trisobbio, lungo il percorso verde che unisce il paese a Montaldo Bormida.
Dopo l’esperienza della ricerca attiva, i partecipanti saranno portati al Castello per un aperitivo e una cena a base di tartufo bianco.