Si intitola Il Piemonte al Lavoro l’inserto speciale diffuso domenica 8 ottobre con Avvenire in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Triveneto, ed inviato agli abbonati dei settimanali diocesani piemontesi e della Valle d’Aosta. Un’iniziativa editoriale promossa dalla Conferenza episcopale piemontese, curata dall’Ufficio regionale delle comunicazioni sociali, dall’agenzia Agd con i giornali diocesani in vista della 48ª Settimana Sociale dei Cattolici che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre con il tema: “Il lavoro che vogliamo, libero, creativo, partecipativo e solidale”.
Un dossier di venti pagine, una per ciascuna diocesi compresa Aosta e un approfondimento sulle opportunità di lavoro collegate al recupero, alla valorizzazione, alla conservazione dei beni culturali ecclesiastici. Si legge uno spaccato molto interessate, tra luci e ombre, della situazione lavorativa nelle due regioni, come evidenzia don Flavio Luciano, responsabile regionale della Pastorale sociale e del lavoro, nel suo editoriale che apre lo speciale: «Le pagine che seguono non nascondono le criticità dei nostri territori e la sofferenza che accompagna la vita di tanti giovani, uomini e donne, in cerca faticosa di lavoro o con sulle spalle tremende esperienze lavorative di sfruttamento. A questi dobbiamo rispondere. Ma non sono poche le ‘buone pratiche’ raccolte dove si intravede il nuovo che nasce a partire dall’uso responsabile e creativo delle tante risorse di cui sono ricche le nostre terre e dallo sforzo di rimettere al centro le persone e il lavoro buono, puntando su una formazione adeguata alle sfide di un lavoro che si trasforma. Come Chiesa siamo invitati a fare la nostra parte, soprattutto è nostro compito accompagnare il processo in corso con una riflessione etica adeguata, con umiltà e senza paure». La Settimana Sociale che sbarca a Cagliari arriva da Torino, dove nel 2013 si è celebrata l’ultima edizione precedente. A ricordarlo è nel suo editoriale Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Presidente della Cep, «Per la nostra Chiesa subalpina, scrive – come per quelle dell’intero Piemonte, quell’evento fu un momento qualificante del cammino di «accompagnamento» alla gente del nostro territorio. Torino e il Piemonte sono, forse ormai da troppo tempo, un ‘laboratorio della crisi’ in cui si incrociano domande e progetti, proposte e iniziative di sostegno a una popolazione che sta pagando duramente una trasformazione profonda del tessuto industriale e produttivo, con conseguenze economiche che sono divenute sociali e – voglio sottolinearlo – morali».
Chiara Genisio