Lucchini: “Per lo sport servono nuovi impianti”
Acqui Terme. Fra polemiche sui ritiri, project financing, carenze di strutture ed incontri fra le varie società promossi dal Comune per ottimizzare l’utilizzo degli impianti cittadini, nelle ultime settimane ad Acqui si è parlato più di sport che di Terme.
E non è un caso, perché effettivamente, la materia è abbastanza complessa e in alcuni casi, con l’imminente riapertura delle scuole e gli inizi dei corsi di base di diverse discipline, rappresenta a tutti gli effetti una priorità. Giusto allora affrontarla, insieme al sindaco Lorenzo Lucchini, che fra l’altro è sportivo praticante e quindi particolarmente attento al settore.
Sindaco, partiamo da un dato oggettivo: la città soffre probabilmente di strutture…
«Assolutamente vero. Direi che la situazione è “per fortuna allarmante”: vuol dire che in città ci sono tanti sportivi praticanti. Purtroppo le palestre sono poche. La scorsa settimana si è parlato di un “tetris” per creare gli incastri giusti nei giorni e orari di utilizzo delle palestre in modo da dare spazio a tutti… Ci siamo riusciti, ma solo grazie alla buona volontà di tutti e, lo sottolineo, alla collaborazione della preside dell’Istituto Levi Montalcini, che ha concesso l’uso della palestra scolastica per volley e badminton. Ma siamo comunque in una situazione per cui, se venisse a mancare temporaneamente anche uno solo dei nostri impianti, tutto l’incastro andrebbe in crisi».
Senza contare la situazione di alcune palestre: quella di via Trieste è sicuramente la più grave, ma anche la Battisti necessita di un maquillage…
«Il Comune è assolutamente intenzionato sia al ripristino delle strutture esistenti sia, ove possibile, a realizzarne di nuove».
Parliamone. Magari ripartendo dal project financing per l’Ottolenghi, di cui sul nostro giornale si era molto parlato prima delle elezioni: si farà?
«Al momento posso dire che siamo interessati. Quello che vuole fare Patrizia Erodio, ovvero sistemare i campi da calcio, realizzare nuove tribune e soprattutto strutture da destinare al tempo libero dei ragazzi, è lodevole. Conserviamo alcune perplessità sui costi dell’operazione e le sue modalità, e dovremo trovare soluzioni. Per esempio c’è il problema della palestra di via Trieste, che anche se ristrutturata sarebbe fuori misura per l’omologazione».
Quali sono le problematiche e le possibili soluzioni?
«Il primo problema riguarda il fatto che, pur essendo l’area molto ampia, il settore attualmente occupato dalla palestra di via Trieste è effettivamente l’unico che ha le caratteristiche per ospitare una palestra. Le strade sono due: un project financing che comprenda una nuova palestra o il rifacimento dell’esistente. L’ideale sarebbe smantellare la struttura e costruirla ex novo. Qui però sorge il secondo problema: la palestra ha più di 70 anni ed è protetta dai Beni Culturali. Stiamo cercando di ottenere il permesso per abbatterla ma non è semplice. Se così non sarà occorrerà metterla in sicurezza e sarà un intervento oneroso: il fondo è vallonato, ci sono infiltrazioni… insomma, è tutto da rifare».
Quando si saprà qualcosa di definitivo su questo project financing?
«Faremo ancora un incontro, ma non si può aspettare troppo tempo: se si parte, bisogna partire entro l’autunno».
…“Se”?…
«Non è scontato che si parta. Siamo interessati ma non voglio prendere decisioni avventate».
In città si vocifera anche di un altro project financing, riguardante Mombarone.
«Auspichiamo che anche su Mombarone si possa fare una operazione di intervento privato con riscatto pluriennale. La struttura attualmente versa in condizioni tutt’altro che ottimali, nonostante le molte risorse che vi sono state impegnate negli anni. In particolare, le problematiche da risolvere riguardano la dispersione di energia (manca la coibentazione) e acqua. Sono argomenti a cui sono particolarmente sensibile. C’è poi la pista di atletica, che versa in condizioni critiche, ed è doveroso che sia ripristinata e che se ne incentivi l’uso, per permettere una crescita nei praticanti l’atletica. Inoltre, ritengo necessaria una implementazione degli spogliatoi, anche perché per portare ad Acqui nuove discipline, servono strutture idonee. Infine, credo sarebbe utile procedere alla copertura completa dell’impianto con pannelli fotovoltaici, che abbatterebbero i costi di gestione».
A che punto è questo “secondo fronte”?
«Ne stiamo parlando. Spero di poter dare novità a breve».
C’è altro?
«Vorrei aggiungere una cosa sulla polemica riguardante i ritiri, anche se è già stata ampiamente trattata. Vorrei fare presente anche che io sono entrato in carica a fine giugno; i ritiri si fanno a luglio: a quel punto della stagione anche volendoli ospitare, sarebbe stato tardi. Poi c’è tutto il resto, a cominciare dall’analisi dei costi, di cui si è già parlato…».
M.Pr