Canelli. A poco meno di un mese dalla possibile, anticipata vendemmia del Moscato (la metà d’agosto), “le nostre indagini di mercato sono promettenti – ha preannunciato Giorgio Bosticco direttore del Consorzio Asti Docg – anche perché il consumo delle bollicine sta crescendo”.
La buona notizia ha subito dato la stura a numerose previsioni e discussioni sulla resa per ettaro e sul prezzo del moscato.
Si parla solo di stime che in realtà si sono sempre rivelate attendibili. Ma sono tutti in attesa della finale delibera regionale dell’assessore Giorgio Ferrero che, anche quest’anno dovrà tenere conto delle due rese diverse, per l’Asti e per il Moscato d’Asti.
Per l’Asti si pensa che si dovrebbe arrivare agli 80 quintali ad ettaro, con 5 quintali in riserva in caso di richieste di mercato. Per il Moscato d’Asti si punta ai 95 quintali, senza però nessuna trattenuta per il marketing e la promozione della denominazione.
Nei giorni scorsi è partita la richiesta per la etichettatura temporanea dell’Asti Secco della cui presentazione si parla con certezza per la metà d’ agosto. In merito si fanno i nomi di dieci aziende già pronte per commercializzare la versione brut dell’Asti, del cui prezzo, si sente parlare, intorno ai 6-7 euro a bottiglia dei previsti 2 milioni di vendita.