Sta ritornando l’incubo Acna. Allarme lanciato dal M5S

Acqui Terme. L’incubo dell’ACNA di Cengio torna a fare capolino sulla Valle Bormida. A lanciare l’allarme sono stati alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle che, attraverso due diverse interrogazioni, hanno fatto emergere alcuni recenti rilievi, compiuti da Arpa Liguria, nei quali si evidenzia la presenza di elevati elementi inquinanti nelle acque superficiali di provenienza del sito Acna. Un particolare che, unito ai danni accertati prodotti dall’alluvione alle strutture di contenimento realizzate sul sito, lasciano intuire che la bonifica a suo tempo compiuta (in realtà sarebbe più adatto il termine di “messa in sicurezza”) non sia più in grado di garantire neanche il contenimento delle sostanze tossiche. Questo anche perché il progetto iniziale, che prevedeva la realizzazione di una sorta di sarcofago in cui sigillare terre inquinate e rifiuti, non è stato completato, lasciando sostanzialmente aperto un intero lato del sito.

Dai dati sembrerebbero emergere anche diverse omissioni, a carico della Syndial (ENI), che in passato ha addirittura venduto un’ampia porzione del sito Acna a privati. Inoltre, è emerso che giace tuttora sospeso un esposto al Tar Liguria, presentato dal Commissario Ministeriale stesso ben 8 anni fa, proprio per ottenere l’attuazione della bonifica; allo stesso modo sarebbe sospesa un’ordinanza della provincia di Savona che obbliga la Syndial a procedere senza indugio alle necessarie operazioni, impugnata di fronte al Tar della Toscana.

Il Movimento 5 Stelle ha chiesto l’istituzione di un tavolo di monitoraggio della bonifica che si riunisca con cadenza regolare, con i rappresentanti delle due Regioni, il Ministero, gli enti di controllo, i sindaci e tutte le parti sociali interessate, in modo da ottenere piena trasparenza sullo stato del sito e dei lavori in corso. Ma intanto l’inquietudine nella zona sta salendo.

Ne parliamo con il consigliere regionale Paolo Mighetti.

Consigliere Mighetti, qual è il reale stato della situazione?

«Dai rilievi compiuti da Arpal, purtroppo, sono emersi dati piuttosto allarmanti in particolare rispetto alla concentrazione di fluoro benzene nei piezometri intorno all’ACNA. Dati molto oltre la soglia».

Quanto oltre?

«A fronte di un limite di 40, alcuni piezometri segnano 800».

Cosa si sta facendo per affrontare il problema?

«Premesso che nell’Alta Valle c’è già molto movimento ed attenzione, dopo una prima riunione che si è svolta a Saliceto, mercoledì 19 aprile se ne svolgerà un’altra a Cengio. Questa riunione in particolare è stata sollecitata a Syndial dalla Regione Piemonte, proprio per affrontare il problema anche dal punto di vista di chi sta a valle».

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Quali sono, se ci sono, i rischi immediati per la Valle?

«Al momento sono segnalati danneggiamenti da parte dell’alluvione i cui effetti non sono stati ancora sufficientemente indagati. Lasciando questi da parte, mi sembra comunque giusto sottolineare che, se non si procederà rapidamente ad una bonifica definitiva, prima dell’abbandono del sito da parte di Syndial, è inevitabile che si finisca col cadere in pasto a quello che è un pericolo latente: una bomba inesplosa che però può scoppiare in qualunque momento. Serve, e presto, una bonifica fatta bene, in grado di durare più tempo possibile, altrimenti i problemi che ci sono ora, sono destinati ad aumentare sempre più, …………».

(da L’Ancora n.13 del 2 aprile 2017)

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